Gustav Klimt Morte e vita. 1910/1911
Gustav Klimt Morte e Vita. Una di quelle opere del Leopold Museum di Vienna davanti le quali mi fermerei per ore. Una storia che mi appartiene, ci appartiene e appartiene a tutti senza alcuna distinzione.
L’opera, del 1910, è un’allegoria del ciclo della vita. È divisa in due parti: speculari e in dialogo.
Sulla sinistra la figura della morte scheletrica vestita d’un abito lungo con disegno di croci e cerchi, sembra stia quasi per colpire, alla ricerca di uno dei soggetti.
Sulla destra un gruppo numeroso di corpi che si annodano: esseri umani di ogni generazione e genere. In alto una madre con bambino, poi una anziana donna e una coppia catturata in un abbraccio. Tutte queste figure sono nude o vestite come di tasselli, tessere colorate che compongono gli abiti.
Sono tutte composte, longilinee, calme e rilassate, come se non si rendessero conto dell’arrivo da sinistra della morte, o come se, e questa è la mia versione preferita, se ne allontanassero per negarla. Il ciclo della vita fatto di nascite gioiose, amore, giovinezza e anzianità può essere colpito in qualsiasi istante. Bisogna solo aspettare.
Un memento mori, un ricordare che la morte esiste e colpisce tutti, in cui però sembra essere la vita con i suoi colori a trionfare.
Il quadro dai colori penetranti e sgargianti era stato definito dallo stesso Klimt come il suo lavoro figurativo più importante e aveva in effetti vinto un premio a Roma in occasione dell’International Art Exhibition del 1911.
Chi vuole saperne di più su di me, cioè sull’artista, l’unico che vale la pena di conoscere, osservi attentamente i miei dipinti, per rintracciarvi chi sono e cosa voglio.
Gustav Klimt
Gustav Klimt Morte e vita, 1910/1911, olio su tela , 180×200 cm, Leopold Museum, Vienna (pubblico dominio)