Artemisia di Alexandra Lapierre
In un’epoca in cui monarchi, ministri e papi svuotano le casse dello stato per soddisfare i propri capricci di esteti. Dove vincono i collezionisti maniacali e privi di scrupoli. Un periodo in cui pena e peccato diventano quasi sinonimi. Giustizia e crudeltà sono divise da un confine sottile. Un’epoca in cui i pittori usano senza scrupoli pennelli e pugnali ed in ogni questione la Sorte stabilisce la vita o la morte eccola apparire sulla scena. Artemisia Gentileschi.
Passionale, coraggiosa, intraprendente, sensuale, geniale, donna.
Figlia primogenita di Orazio Gentileschi. Artemisia si avvicina al mondo della pittura fin dai suoi primi anni di vita grazie agli insegnamenti del padre che la porta con sé ovunque.
Padre e figlia. Maestro e allieva. Padrone e serva. Artista e modella. Chi abbia davvero insegnato all’altro. Questo è il vero mistero del loro rapporto.
Il romanzo di Alexandra Lapierre dal titolo Artemisia narra tutto questo e molto altro. Ma ciò sui cui soprattutto fa riflettere è: senza un’Artemisia ci sarebbe stata oggi un donna artista. Un’artista libera di esprimere le proprie emozioni attraverso l’arte?
Questa femina, come è piaciuto a Dio, havendola drizzata nelle professione della pittura in tre anni si è talmente appraticata che posso adir de dire che hoggi non ci sia pare a lei, havendo per sin adesso fatte opere che forse i prencipali maestri di questa professione non arrivano al suo sapere.
Orazio Gentileschi
Autoritratto come allegoria della Pittura, 1638,Windsor Castle, Royal Collection.
#letturedarte
Il libro è disponibile in diverse edizioni sia in libreria che online. Inoltre, molte hanno in copertina autoritratti o opere realizzate dal padre.
Questa copertina è una delle mie preferite.
E in realtà questo non è l’unico libro dedicato a questa eroina della storia dell’arte del Seicento. Numerosi ne sono stati scritti. Un altro fra i miei preferiti è di certo quello scritto da Susan Vreeland: La passione di Artemisia.