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Oskar Kokoschka e Alma Mahler

Oskar Kokoschka e Alma Mahler, questa è la loro storia. La storia di un amore travolgente, di un capolavoro e della creazione di una bambola.

È il 1912 e la giovane Alma è da poco vedova del noto compositore Gustav Mahler. Ha attraversato una crisi matrimoniale che neanche Sigmund Freud sembra essere stato in grado di giustificare o comprendere.

È il 1912 e il giovane Oscar è alle prime esperienze nel gruppo della Secessione viennese. In realtà, è già pronto al distacco dal suo maestro Gustav Klimt, per diventare uno dei maggiori esponenti di quello che sarà definito poco dopo l’Espressionismo austriaco.

Oskar Kokoschka e Alma Mahler. Il passato di Alma

In realtà, quella con il marito Gustav Mahler non è la prima relazione della ragazza, infatti è già stata con diversi uomini di certo aiutata dalla sua bellezza, ma anche dalla sua intelligenza.  Il primo grande amore di Alma, osteggiato dalla madre, era stato Gustav Klimt, l’uomo che stava sconvolgendo la storia dell’arte alla fine dell’800 a Vienna.

I due si erano conosciuti a Vienna poiché il padre di Alma era un noto pittore molto apprezzato dall’Impero e morto quando lei era giovanissima.

Ma si erano in realtà rincorsi in Italia da una tappa all’altra del Grand Tour di Alma scambiandosi un primo bacio a Genova, scoperto dalla madre leggendo i diari della ragazza, e poi giurandosi amore ma saluntadosi per sempre a Venezia in Piazza San Marco. Ma questa è un’altra storia.

Oskar Kokoschka and Alma Mahler. L’incontro

La storia tra Alma e Oscar inizia per caso. Alma, compositrice, è la donna più bella di Vienna, già madre di due bambine. Oscar da poco rientrato da Berlino, è un pittore irruento, selvaggio e attraente, più giovane di lei di quasi dieci anni.

Lui la cattura, la seduce, ma la spaventa al tempo stesso. I due diventano amanti. Per due anni, dal 1912 al 1914 vivranno una storia intensa, fatta di alti e bassi, litigi e gelosie, soprattutto da parte di Kokoschka.

La vita sentimentale di Alma in realtà era iniziata molto prima, da ragazza. Aveva, poi, sposato il compositore Gustav Mahler, tradendolo con il futuro fondatore del Bauhaus: il giovane architetto Walter Gropius.

Oskar Kokoschka e Alma Mahler. La sposa del vento

La nostra storia, quella di Alma Mahler e Oskar Kokoschka, si basa tutta sul tempo e l’attrazione. Durerà solo due anni e porterà l’artista alla realizzazione di alcune fra le sue opere più potenti.

Gli anni ’12 e ’14 sono dominati dalla figura di Alma. Sempre presente anche quando non è direttamente effigiata.

Testimonianza preziosa, oltre ad alcuni studi e a un ritratto, è l’opera più vibrante e conosciuta di Kokoschka La sposa del vento (olio su tela, 180 x 220 cm, Kunstmuseum Basel, Basilea). Il titolo suggestivo sembra sia nato su suggerimento del poeta George Traki. Lui, come molti a Vienna, conosceva la storia dei due e ne vedeva raffigurate le fattezze nella scena.

I due amanti sono distesi, uniti dopo l’atto d’amore. Lei dorme rapita sulla spalla di lui, che rimane invece vigile e attento. La rappresentazione è già di per sé metafora del loro storia. Lui attento e geloso ha paura di perderla, lei anche se lí presente è già stata rapita.

Proprio quell’anno a causa dei numerosi diverbi e del riavvicinamento di Alma al primo amante Gropius (con il quale si sposerà nel 1915) la storia finirà. Kokoschka si arruolerà militare vendendo il quadro, divenuto ormai simbolo di un’unione spezzata.

Oskar Kokoschka e Alma Mahler. I ventagli per Alma Mahler

Questa non sarà l’unica opera dì Kokoschka strettamente legata alla donna. Rimarrà protagonista di numerosi lavori fra cui una serie di ventagli sconosciuta ai più. Kokoschka: i ventagli per Alma Mahler.

Un libro che narra una storia d’amore attraverso una serie di opere che l’hanno caratterizzata. Sei ventagli in tre anni, 1912 – 1914. Regali di compleanno o Natale dell’artista alla sua  amata Alma, raccontati da Heinz Spielmann in maniera eccezionale.

Per decenni questi lavori sono rimasti dimenticati, sconosciuti anche agli appassionati, pur essendo non solo testimonianza di un incontro e di un amore travolgenti, ma anche di un genere in voga fin dal XVIII secolo e molto sfruttato da artisti come Manet, Degas, Gaugin o Toulouse – Lautrec.

Spiellman descrive grazie alla sua piena conoscenza della vita e dell’opera di Kokoschka ogni ventaglio destrutturalizzandolo e narrando per ogni sezione una storia. Sei capitoli dedicati ognuno ad uno degli oggetti d’arte decorativa. “Lettere d’amore in linguaggio figurato” come le chiamava lo stesso artista, che accompagnate da immagini di quadri e foto d’epoca ci guidano per mano nella vita intima di una coppia che in pochi anni, purtroppo, come una forte fiamma brucerà d’amore per poi spegnersi d’incanto.

È difficile immaginare regalo più bello da parte di un artista ad una donna. Questi sei ventagli, conservati in modo meraviglioso, raccontano la storia dei due in modo delizioso ed unico. Come alcuni quadri di Kokoschka, essi sono ricchi di simboli profondi, ma sono anche molto realistici nella descrizione di persone e di luoghi familiari.

Edith Hoffmann

Oskar Kokoschka e Alma Mahler. La fine della storia e una bambola

Gli anni di guerra con gli episodi cruenti cui Kokoschka, arruolato volontario, partecipa, non bastano a chiudere la ferita apertasi con l’abbandono di Alma.

Scampato alla guerra, nel 1918 il pittore sofferente per le gravi ferite riportate alla testa, ordina a una modista di Stoccarda, Hermine Moos, una bambola a grandezza naturale che doveva riprodurre le fattezze di Alma, Dama azzurra.

Le lettere indirizzate alla modista nel corso del lavoro, pubblicate nel 1925, sono uno dei documenti più intriganti della storiografia artistica del secolo. Un fantoccio, una bambola dalle fattezze dell’amante fuggita, una compagna fedele per il resto della sua vita.

Questa è stata la storia di Alma Mahler e Oskar Kokoschka.

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