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Oggi di nuovo insieme in giro per Londra. Vi porto con me al British Museum, uno dei musei più interessanti della città con una collezione ricca di capolavori dell’arte di tutto il mondo. Ho deciso di portarvi in giro per i musei e le gallerie d’arte di Londra quindi se non volete perdere altri luoghi fantastici della città vi suggerisco di dare continuare a leggere e dare anche un’occhiata al video sul canale. 

Torno spesso qui al British perchè è un labirinto e non sono mai riuscita a visitarlo tutto in una sola volta. Ci sono opere da ogni angolo del mondo: greche, romane, egizie ma anche cinesi e giapponesi. Però non è sempre stato così.

Scopriamo quindi insieme la storia della collezione del British Museum!!

La storia della collezione del British Museum

La collezione del British Museum di Londra nasce a metà del ‘700 dall’idea di un collezionista privato inglese: Hans Sloane. Un fisico di Chelsea che aveva messo insieme una raccolta di strani oggetti da camera delle meraviglie come fossili e lingue di fenicottero. Alla sua morte aveva lasciato in eredità la collezione al re Giorgio II dietro pagamento di una tassa che il re però non aveva alcuna intenzione di pagare. Così il governo inglese si fece carico delle 20.000 sterline e decise di esporre la collezione in uno dei palazzi della città. Da questo momento in poi sono stati raccolti un poco alla volta i capolavori che oggi sono ospitati in questo immenso edificio. 

La struttura che ospita la collezione

Il museo è ospitato in una struttura gigantesca e la sua facciata è frutto del tipico revival greco e romano dell’Ottocento. Infatti è caratterizzato da colonne ioniche e da un portico disegnato da Robert Smirke, l’architetto inglese più famoso per i suoi revival greci. 

Una volta entrati si è immersi immediatamente nel luogo più riconoscibile del museo: la Great Court. Secondo me è spettacolare e ad oggi è la piazza coperta più grande di Europa. Il tetto è stato disegnato dall’architetto inglese Norman Foster, famoso per aver realizzato anche altre strutture in città come il Millennium Bridge e il Municipio di Londra. 

Il museo può essere molto affollato soprattutto nei weekend o nei periodi di vacanze quindi vi suggerisco di arrivare un po’ prima dell’apertura e trascorrere mezz’oretta all’interno di questi spazi che aprono al pubblico prima apposta per evitare le lunghe file. 

Cosa vedere al British Museum

5 opere da non perdere assolutamente al British Museum di Londra

Come vi dicevo visitarlo tutto in una sola volta è impossibile però ci sono delle opere che sono imperdibili. Per questo così come per gli altri musei inglesi che abbiamo visitato insieme come la Tate o il V&A ho creato una lista di 5 opere che non possono essere assolutamente perse. 

La Stele di Rosetta

La prima è anche la più facile da raggiungere, si tratta della Stele di Rosetta al pian terreno nella sezione Egitto. Penso sia l’opera più vista qui a al British. Si tratta di una lastra egizia di pietra di granito in cui si può trovare la stessa iscrizione in tre differenti lingue: geroglifico, demotico un’altra delle lingue degli egizi e infine il greco. Grazie al fatto che la stessa iscrizione si trova in queste tre diverse scritture il greco è stato utilizzato come chiave di comprensione dei geroglifici e per questo la stele è entrata nella storia. 

La tavola è stata scoperta da un soldato francese sul delta del Nilo alla fine del Settecento ma è poi diventata parte della collezione inglese quando il Regno Unito alleato con l’esercito turco ha battuto la Francia durante la Campagna d’Egitto dell’Ottocento. Il ritrovamento di questo frammento è stato fin da subito considerato interessante e quello che secondo me è paradossale è che poi sia stato un professore francese a tradurre i geroglifici e a permetterci di scoprire questa fantastica scrittura. 

Le sculture del Partenone

Il secondo gruppo di opere che vi suggerisco di non perdere sono le sculture del Partenone a due passi dalla Stele di Rosetta. Sono anche conosciuti come i Marmi di Elgin, dal nome dell’ambasciatore inglese ad Atene che ha rimosso le metope del fregio e le ha portate a Londra agli inizi dell’Ottocento. La motivazione per la quale questa azione è stata compiuta sembrerebbe essere quella di salvarle dalla possibile distruzione causata dagli attacchi alla città di Atene, molti dei quali però risalivano ad un secolo prima. Per altro l’autorizzazione che il conte aveva ricevuto era quella di studiare le opere attraverso dei disegni staccandole se necessario, non quella di rimuoverle e trasportarle in Inghilterra. In ogni caso il tema della restituzione delle opere del Partenone e’ ancora aperto. 

Il Partenone fu costruito ad Atene come tempio dedicato alla dea della città Atena. Il fregio in marmo risale al periodo tra il 447 e il 432 a.C. e si racconta sia stato realizzato sotto la supervisione dello scultore Fidia. L’idea era quella di rappresentare la forza e la grandezza della città greca attraverso questa struttura. Qui al British si trovano alcune delle metope che raccontano vari episodi della mitologia greca e il fregio che rappresenta una processione religiosa del popolo di Atene.

Gli scacchi di Lewis

La terza opera che vi suggerisco è per me una chicca del museo, conosciuta ma non da tutti. Si tratta degli scacchi di Lewis. Un set di scacchi che è stato ritrovato in Scozia sull’isola di Lewis, da cui deriva il loro nome, alla metà dell’Ottocento.

La storia racconta che siano stati scolpiti intorno al 1200 in Norvegia e poi seppelliti da un mercante che viaggiava tra la Scandinavia e l’Irlanda su una rotta commerciale. 

In origine i colori principali del set dovevano essere il rosso e il bianco dell’avorio. Sono infatti stati realizzati in avorio di tricheco e dente di Balena. E non è un caso considerando che vengono appunto dalla Norvegia e la Scozia era ai tempi una delle loro colonie. Ogni pezzo ha una sua caratteristica fisica e la cosa più divertente è scoprire come questo gioco che aveva origine in India sia stato con il tempo modificato in Occidente. Ad esempio la Regina indiana si è trasformata qui in una Vergine Maria in lutto.

La Mummia di Katebet

Per il prossimo reperto bisogna fare un salto indietro nel tempo. Si tratta infatti della Mummia di Katebet nella sezione egizia. Questa è di certo una delle sezioni del museo più ricche che ha come rivali solo il museo del Cairo in Egitto e quello di Torino in Italia. La collezione è ricca di sculture ma anche di mummie. 

Non si tratta soltanto di corpi imbalsamati e mummificati di essere umani ma anche di animali e inoltre di amuleti e oggetti che sono stati ritrovati all’interno dei luoghi di sepoltura in Egitto.  

Quella di Katebet in particolare è una delle mummie più studiate al mondo non soltanto per la modalità di imbalsamazione ma soprattutto per la decorazione della maschera dorata che arriva fino alle braccia incrociate. Inoltre per le diverse decorazioni simboliche lungo tutto il corpo come lo shabti sulle gambe. Si tratta di una piccola scultura che faceva parte del corredo funebre e rappresentava letteralmente “quelli che rispondono”, i protettori del corpo. Da un’analisi del corpo sembra che la donna fosse anziana e non avesse nessun tipo di frattura ma fosse senza denti. 

L’armatura del Samurai

Infine l’ultimo pezzo che vi consiglio si trova nella sezione asiatica del museo, in Giappone. Tutta questa sezione è interessante per via delle stampe e dei disegni ma anche per le sculture e gli ornamenti. Il pezzo però che secondo me è imperdibile è l’armatura del Samurai. Si tratta di un’armatura completa del 1600, risalente al periodo Edo. I pezzi però non sono stati realizzati tutti contemporaneamente ma sono stati assemblati da periodi diversi. L’elmetto e la parte superiore sono del ‘600 perché con l’introduzione in quel periodo delle armi da fuoco queste armature erano diventate più robuste. La parte inferiore della gonna sulle gambe invece è probabilmente di un periodo successivo, del 1700. 

Informazioni utili

Questi sono i miei consigli su cosa vedere al British Museum di Londra, uno dei musei più visitati al mondo e di certo una tappa da non perdere se si viene qui anche solo per qualche giorno. Se venite nel weekend e avete voglia di vivere una notte al museo vi suggerisco di entrare il venerdì sera quando il museo chiude alle 8.30 al posto delle 5.30.

E se siete alla ricerca di altri musei e gallerie d’arte da visitare durante il vostro giro a Londra per un weekend o qualche giorno in più, non dimenticatevi di dare un’occhiata anche agli altri post e video sul blog e su Art&theCities su Youtube.

Grazie e a presto!! 

Orari di apertura:

Lunedì – Giovedì 10:00 – 17:30

Venerdì 10:00 – 20:30

Sabato e Domenica 10:00 – 17:30

Costo biglietto: Ingresso gratuito

Alcune mostre sono a pagamento

Indirizzo: Great Russel Street, London WC1B 3DG

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