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Ciao ragazzi, 
il post di oggi è dedicato a Olafur Eliasson, un artista danese che amo molto e che è protagonista di una mostra qui alla Tate Modern di Londra dal titolo In Real Life.

La mostra alla Tate Modern

La mostra su Eliasson alla Tate Modern è stata per me l’occasione perfetta per riscoprire un artista che conoscevo già, ma di cui avevo visto di persona solo un paio di lavori. Si tratta di una mostra antologica, in pratica una personale in cui vengono esposti i lavori più rilevanti dell’artista. Ci sono 40 opere dagli anni ‘90 ad oggi. E attraverso le sue installazioni, sculture e dipinti Eliasson ci fa riflettere sul nostro rapporto con la natura e sulla influenza che abbiamo sul mondo che ci circonda.

La mostra alla Tate è organizzata secondo me davvero bene e fin dalla prima sala si ha la sensazione di vivere nello studio dell’artista. Si racconta infatti che lo studio di Eliasson a Berlino sia caratterizzato da due elementi: i modellini che utilizza per progettare le sue installazioni e da lunghe tavole sulle quali sia lui che i collaboratori attaccano articoli di giornale e materiali di ricerca, utili a sviluppare nuove idee. La sensazione che si ha immediatamente è quella di entrare nella mente dell’artista. Un artista che conosce e usa le proporzioni e la geometria e ama studiare le regole della natura

Olafur Eliasson Tate Modern. I lavori

I primi lavori di Eliasson risalgono agli inizi degli anni 90, quando da studente della Royal Danish Academy of Fine Arts vince una borsa di studio per trascorrere un periodo a New York. Lì comincia davvero a sviluppare alcuni dei suoi progetti più interessanti lavorando come assistente per altri artisti ma anche studiando Psicologia delle arti. 

L’interazione dello spettatore con l’opera è di certo una delle caratteristiche principali dei suoi lavori che sono concepiti spesso come vere e proprie installazioni. Olafur Eliasson crede infatti che l’arte possa avere un forte impatto sulla società non solo attraverso le mostre nei musei ma anche al di fuori e che possa avvicinare le persone che si ritrovano insieme a vivere le sue opere. 

Window Projection

Questo principio viene applicato fin dai primi lavori come Window projection del 1990 che consiste in una finta finestra sulla quale lo spettatore si affaccia per presentare se stesso al mondo. Ma che in realtà è un gioco di illusioni creato da una intensa luce bianca sparata contro il muro. L’opera cambia con lo spettatore, ogni volta che una nuova persona interagisce con essa.

I grew up in solitude and silence

Sempre dei primi anni 90 ci sono anche alcune opere che raccontano invece di una personalità più introversa e solitaria come I grew up in solitude and silence del 1991 che consiste di un’unica candela sul pavimento che si consuma all’infinito davanti agli occhi di chi l’osserva. 

Beauty

Fra le opere che hanno catturato di più la mia attenzione non posso non raccontarvi di Beauty. Alla Tate un’intera sala è dedicata solo a quest’opera che è stata completata da Eliasson quando era ancora uno studente. Viene esaltata la bellezza della natura in una delle sue forme più poetiche quella dell’arcobaleno. Questo viene ricreato grazie ad un faretto che illumina una nebbia di goccioline d’acqua immesse nell’aria attraverso dei tubi. Un effetto che cattura nel buio e lascia davvero senza parole.

Waterfall

E l’arcobaleno non è l’unico fenomeno naturale ricreato nelle sue opere. In Waterfall una cascata d’acqua torna e ritorna in maniera costante. Il suo è un suono che tranquillizza ma che rimane in netto contrasto con la forza dell’acqua. E la grandezza di quest’opera per me sta anche nel fatto che è esposta per tutti all’esterno della Tate, dove può essere vissuta e conosciuta non solo da chi paga il biglietto ma anche da chi passa da lì per altre ragioni. Proprio per sottolineare la volontà dell’artista di portare l’arte fuori dai musei. 

Olafur Eliasson Tate Modern The Water project nel 2003

Sempre tornando agli elementi naturali la nebbia nei lavori di Eliasson è un elemento ricorrente e da sempre ritorna in alcune delle sue opere più note. Ad esempio The Weather project del 2003 dove la presenza di un finto sole ricreato nella Turbine Hall della Tate ci faceva rivalutare l’importanza della fonte primaria di energia per la Terra e l’elemento naturale più importante per la nostra sopravvivenza: il sole appunto. Un sole riportato all’interno per essere vissuto e positivamente rivalutato. 

Il nome di Eliasson si è legato con il tempo a questo lavoro anche perchè è stato spunto per una delle sue azioni filantropiche di sviluppo e aiuto del pianeta. 

Attraverso l’ideazione di una lampada portatile a energia solare e sostenibile Eliasson si è impegnato per portare a 1.2 miliardi di persone che non hanno accesso regolamente all’elettricità una fonte di illuminazione alternativa. Vi lascio il link in descrizione se volete scoprire di più su questa iniziativa.

Your blind passenger

Un’altra opera in un cui torna il tema della nebbia e che sta davvero diventando protagonista di questa mostra è Your blind passenger. Un corridoio di circa 40 mt in cui non si riesce a vedere quasi nulla se non a pochi passi da sé e che crea nello spettatore tanta curiosità ma anche un senso di ansia e costrizione, causato forse in parte dall’atmosfera dolce che si respira per via di un elemento utilizzato nella creazione della nebbia. Un’opera che non lascia indifferenti e che permette di vivere un’esperienza condivisibile. Ma che lancia anche un messaggio forte sull’uscire dalla propria zona di comfort e riuscire a esplorare il mondo per conoscerlo e riconoscerlo. 

Come vi dicevo tutte le opere di Eliasson si basano su questa necessità di creare un’esperienza che non sia solitaria ma di condivisione. Viviamo tutti sullo stesso pianeta, che ha delle regole ben precise e al tempo stesso meravigliose e che dobbiamo rispettare insieme. Questo è il messaggio di Eliasson che tra l’altro giusto un paio di giorni fa è stato nominato Ambasciatore per i programmi di Sviluppo delle nazioni Unite. 

Olafur Eliasson Tate Modern. Le opere legate all’Islanda

E questa sua attenzione verso la natura nasce sicuramente dal legame con i luoghi in cui è nato e cresciuto. Eliasson infatti nasce nel 1967 a Copenaghen ma da piccolo trascorrere tutte le sue estati in Islanda. E un’intera serie di opere è dedicata al suo rapporto con questo territorio che secondo lui ha una caratteristica particolare: per essere realmente vissuto deve essere scoperto attraverso scalate e lunghe passeggiate. Avendo vissuto in prima persona in questi luoghi ha anche avuto la possibilità di essere testimone negli anni del cambiamento climatico che è stato raccontato in alcuni suoi scatti fotografici. 

I kaledoiscopio

La spinta che Eliasson vuole dare è sempre legata a migliorare non solo il luogo in cui viviamo ma anche noi stessi. Per questa ragione nascono le opere legate ai kaleidoscopio. Oggetti che attraverso l’ingresso della luce creano nuove immagini. Dobbiamo essere in grado di vedere sempre con nuovi occhi la realtà che ci circonda e dobbiamo essere in grado di dubitare di noi stessi e del mondo per poter contribuire al suo sviluppo. é questo ad esempio il significato di un’opera come Your spiral view del 2002 o In Real life del 2019 da cui prende nome la mostra.

Your uncertain shadow

E dato che viviamo nella società è attraverso l’interazione con gli altri e con lo spazio che ci circonda che manifestiamo noi stessi. E opere come Your uncertain shadow del 2002 ci fanno riflettere su questo tema. Su una parete vengono proiettate le nostre ombre. E come avrete notato la luce diventa un tema sempre più ricorrente, forse anche questo dovuto all’esperienza in Islanda e alla difficoltà di avere una copertura di luce per più di un certo numero di ore. 

Io sono uscita dalla mostra alla Tate con l’idea che ognuno di noi sia una pedina indispensabile non solo nella salvaguardia del pianeta ma anche nel racconto del nostro passaggio. Il lavoro di Eliasson dimostra come dietro ogni affermazione che si fa ci sia una persona, le sue paure e i suoi limiti. Siamo nella società in cui viviamo e dobbiamo farne parte. 

Se questo mio racconto dei lavori di Olafur Eliasson attraverso la visita alla mostra alla Tate Modern di Londra ti è piaciuto lascia non dimenticare di passare a dare un’occhiata al mio canale YouTube. Ci saranno nuovi video dedicati ad artisti contemporanei e io non vedo l’ora di portarvi con me. 

Quindi grazie mille della compagnia e a presto!!

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