Dora Maar e le sue opere, amore a prima vista per me! Se c’è un’artista donna che ha fatto la storia dell’arte del ‘900 questa è Dora Maar. Non solo perché ne ha fatto parte attivamente, ma anche e soprattutto perchè l’ha raccontata attraverso le sue fotografie.
Fin da bambina pur crescendo tra due Paesi Argentina e Francia è stata incoraggiata dai suoi genitori a dedicarsi all’arte. Spesso per le donne all’inizio del ‘900 era “arte applicata”. Però probabilmente per via del fatto che il padre era un architetto e la madre la titolare di una boutique di moda, dopo un periodo in una scuola d’arte d’avanguardia a Parigi ha deciso che la fotografia sarebbe stata la sua strada.
E in pochi anni si è trasformata in una delle fotografe di moda e pubblicità più famose degli anni ‘30. E ha ricevuto commissioni da molte riviste e viaggiando per il mondo. Una mostra alla Tate Modern di Londra racconta la sua vita attraverso le sue fotografie e i suoi dipinti. E grazie anche alle opere degli amici surrealisti e del suo amante e confidente Picasso.
La mostra alla Tate Modern di Londra
La visitiamo insieme per scoprire un po’ di più su questa donna artista che viene ricordata per lo più per le sue fotografie surreali e per i fotomontaggi, ma che è stata scoperta veramente dopo la sua morte nel 1997.
La mostra alla Tate inizia con i ritratti realizzati da Dora Maar o di Dora Maar di amici e colleghi a lei vicini. La decisione di diventare da giovanissima una fotografa e non di proseguire con altre forme d’arte come la pittura è stata probabilmente legata alla stabilità economica che questo genere di lavori dava. Essendo nata in una famiglia benestante non aveva la necessità di guadagnare moltissimo. Ma, voleva cogliere l’occasione di lavorare per giornali e riviste per fare quello che desiderava di più.
Inizia nei primi anni ‘30 condividendo una camera oscura con altri fotografi e si specializza in ritratti, foto di moda e pubblicità. In questo periodo firma i suoi lavori in coppia pur realizzandoli autonomamente. E probabilmente anche per via dei contatti che riesce ad instaurare conosce molte personalità del periodo e lavora davvero tanto.
Dora Maar e le sue opere – Ritratti in strada
Non lavora però solo all’interno dello studio, ma decide di scendere in strada e rappresentare ciò che vede. Rimane catturata dalle immagini di povertà e dalle diseguaglianze. E senza neanche ricevere una commissione decide nel 1934 di intraprendere un viaggio tra America del Sud e Europa. E qui di scattare numerose foto di persone in difficoltà. Una delle sue tappe è Londra, che viene raccontata attraverso le immagini di donne e uomini che chiedono l’elemosina per le strada.
Da questo momento scatta in lei qualcosa e inizia un percorso di sperimentazione. Nel 1935 si stanca di collaborare e condividere lo studio con altri artisti. Ne apre uno tutto suo a Parigi cominciando a firmare Maar tutte le opere indipendenti.
Dora Maar e il Surrealismo
Si avvicina in questo periodo al gruppo dei surrealisti guidato da André Breton e arriva a dichiarare che “Non esiste nulla di più surreale della realtà stessa”.
Unisce alle fotografie esperimenti in camera oscura e collage, trasformando la foto e cominciando a creare i primi fotomontaggi. Le sue opere non rappresentano più la realtà così com’è dal suo punto di vista, ma una visione distorta.
I temi e i soggetti del Surrealismo come il sogno, il mare o gli occhi diventano protagonisti delle opere di Dora Maar che insieme a Man Ray riesce senza problemi a creare un suo mondo fatto di opere fotografiche surreali e forse per la prima volta ad integrare arti visive e fotografie. La foto infatti fino a quel momento era stata vissuta come un documento della realtà, che poteva essere raccontata da diversi punti di vista ma mai manipolata attraverso sovrapposizioni e distorsioni così palesi. Le foto di Dora Maar vengono quindi esposte con i lavori surrealisti per tutti gli anni ‘30 nelle loro più grandi mostre nel mondo.
Dora Maar e Pablo Picasso
Nell’inverno del 1935, Dora Maar conosce l’artista che le avrebbe cambiato la vita. Ma anche l’uomo a cui lei l’avrebbe cambiata: Pablo Picasso. Dora Maar era infatti al culmine della sua carriera, mentre Picasso non lavorava alle sue opere da mesi. Così si creò una complicità che li portò entrambi a creare e sviluppare nuove tecniche. Il rapporto è descritto in mostra dal punto di vista di lui grazie a una serie di ritratti fra cui una delle più belle opere di Picasso: Ritratto di Dora Maar del 1937. La donna è seduta ritratta con gli occhi grandi e una mano al viso, di un colore giallo quasi verde.
Ma il loro rapporto non è semplice, sono amanti anche se Picasso già da tempo ha una relazione e una figlia con un’altra donna: Marie-Thérèse Walter. E l’unica opera pittorica che le raffigura entrambe è di Dora Maar e si intitola The conversation del 1937. Le due donne sono sedute a un tavolo, l’una di fronte all’altra anche se Dora Maar sembra assente durante la conversazione. Immediatamente viene da chiedersi di cosa stiano parlando, ma l’ambientazione spoglia con la lampadina scoperta che penzola dall’alto e i colori scuri raccontano probabilmente già molto.
In questi anni per Picasso Dora Maar rimane in ogni caso una figura centrale non solo come modella e compagna, ma anche come documentatrice del suo lavoro. Nel 1937 realizza infatti una serie di fotografie che raccontano la creazione dell’opera più famosa dell’artista: Guernica. Ne sono rimaste 28 conservate insieme all’opera al Reina Sofia di Madrid. Inoltre, si pensa che alcuni dettagli dell’opera come la luce che arriva dal soffitto o la donna piangente siano stati ispirati dallo studio dell’artista o dai suoi stessi ritratti.
Dora Maar e le sue opere – I Paesaggi nel sud della Francia
Ma un altro cambiamento nella carriera artistica di Dora Maar sempre più spinta verso la pittura avviene nei primi anni ‘40 quando a causa della morte della madre e della perdita di alcuni amici decide di spostarsi periodicamente da Parigi. Qui ha in realtà un nuovo studio a due passi dalla Senna, ma trascorre parte del suo tempo in una nuova casa a sud della Francia dove dipinge numerosi paesaggi astratti.
Sperimenta moltissimo diverse tecniche: dall’olio su tela all’acquerello. Trascorrerà così gran parte della sua vita e realizzerà a lungo questo genere di paesaggi per poi tornare alla fotografia solo più avanti negli anni ‘80.
Le ultime fotografie
Le sue ultime fotografie però non sono più legate alla strada, come quelle iniziali prima del periodo surrealista. La strada è diventata banale e non le interessa più. Piuttosto preferisce creare in laboratorio, nella sua camera oscura e sperimentare. le fotografie diventano opere completamente astratte, fatte di giochi di luci e ombre. Segni neri, puntini e macchie sulla luce. Stravolge e innova ancora una volta le sue opere, vivendo fino al 1997 da grande artista e fotografa.
Dora Maar è diventata nota sicuramente anche grazie ai suoi legami con il Surrealismo e Picasso, ma a me piace pensarla come una donna capace di cambiare la storia dell’arte e dimostrare le sue intenzioni a prescindere o grazie al rapporto con gli uomini con cui ha vissuto ed è cresciuta. Questa mostra alla Tate ne racconta ogni angolo e mi ha insegnato a guardare al percorso di un artista in prospettiva, attraverso il tempo non solo in relazione ad una singola opera o ad un singolo movimento.