5 opere più pagate al mondo. Iniziamo dalla meno pagata delle 5 per arrivare all’opera d’arte più cara al mondo.
Numero 17A di Jackson Pollock
Il quadro è stato venduto insieme ad un altro in questa lista nel 2015 per 200$ milioni di dollari dal magnate americano David Geffen al milionario Kenneth Griffin.
Il venditore dell’opera è noto nel mondo dell’arte per essere il più grande collezionista di opere americane del dopoguerra. La sua collezione è ricca di Pollock, De Kooning e Rothko. Il collezionista che ha comprato l’opera, invece, è famoso per essere un promotore dell’arte americana attraverso prestiti e contributi ai più importanti musei della sua città Chicago.
Ma quest’opera che agli occhi di un osservatore ingenuo può sembrare un semplice dripping del famoso artista americano, ha qualcosa di speciale rispetto ad altre simili. Infatti è datata 1948. L’anno della prima mostra in assoluto di drip paintings per Pollock alla Betty Parsons Gallery di New York. E anche l’anno successivo all’invenzione di questa tecnica, che comincia ad essere utilizzata dall’artista nel 1947. Anche il titolo non casuale ma legato alla numerazione delle opere che Pollock realizza fa capire come questa sia una delle prime dell’artista.
Il valore quindi viene stabilito dalla rarità dell’opera, dal curriculum dell’artista, dalla collezione di provenienza. Ma anche dal curriculum dell’opera stessa che è stata esposta in grandi musei e dal desiderio dell’acquirente, e infine dalle agevolazioni fiscali americane. Ed è diventata così una delle 5 opere più pagate al mondo.
Nafea faa ipoipo di Gaugin
La traduzione del titolo dal tahitiano sarebbe “Quando ti sposerai?”
L’opera è stata acquistata per 210 milioni di dollari dalla sorella dell’emiro del Qatar Sheikha Al-Mayassa da una delle collezioni europee storiche più famose: quella di Rudolf Staechelin. Staechelin era un uomo d’affari svizzero noto per aver collezionato nella prima metà del ‘900 opere degli impressionisti e postimpressionisti e poi aver rivolto la sua attenzione all’arte asiatica, che in fin dei conti aveva anche influenzato quei movimenti.
Alcune delle sue opere sono state per anni esposte al Kunstmuseum di Basel. E Nafea faa ipipo è una di queste. Fino al 2015 però quando è stata venduta. Il primo prezzo riportato per la compravendita era di 300 milioni di dollari. Poi a causa di un’azione legale per il pagamento della commissione dell’intermediario Simon de Pury, banditore d’asta per Sotheby’s che lavora anche come art dealer, l’opera è stata dichiarata del valore di 210 milioni di dollari.
Anche in questo caso il valore estetico dell’opera, insieme all’importanza storica dell’artista e del movimento hanno contribuito al valore. Insieme alla collezione di provenienza e al desiderio dell’acquirente.
I giocatori di carte di Cezanne
E quest’opera è legata alla precedente per due caratteristiche: il compratore anche in questo caso la sorella dell’emiro del Qatar Sheikha Al-Mayassa e il valore non ben definito. Si pensava fosse stata venduta dalla famiglia del magnate greco George Embiricos ad un collezionista americano per 225 milioni di dollari. Si è scoperto poi invece che il prezzo pagato dal Qatar nel 2011 è di 250 milioni di dollari. Quattro volte di più del prezzo battuto in asta per un’opera di Cézanne, il cui record era stato definito da una vendita da Sotheby’s nel 1999 per Tenda, Cruchon e Compotier.
Del resto l’opera è una delle più famose dell’artista per la composizione geometrica delle figure. E per aver gettato le basi teoriche e compositive e aver ispirato un altro movimento fondamentale dell’arte del ‘900: il cubismo.
Inoltre è stata realizzata nel 1893 come opera del periodo definito maturo di Cezanne. Ma interessante che sia stata così tanto pagata poichè ce ne sono 4 altre versioni, tutte diverse ma con lo stesso soggetto.
Interchange di Willem De Kooning
Pagata 300 milioni di dollari da due personaggi del mondo dell’arte di cui vi ho già parlato in questo video: il magnate americano David Geffen e il milionario Kenneth Griffin. Si tratta infatti di una delle opere che hanno fatto parte dello scambio e compravendita del 2015 in cui Number 17A di Pollock era coinvolto.
Ma ciò che ha fatto salire il valore dell’opera in questo caso è stata la sua storia e l’importanza nel percorso dell’artista. Il dipinto è importante infatti perchè è stato realizzato nel 1955, in un periodo di transizione, all’interno di tutto il percorso di De Kooning, dopo la serie delle Donne dei primi anni ’50 e prima dei suoi dipinti sul campo di colore intorno al 1960. Si tratta infatti di uno dei primi paesaggi astratti dell’artista. Infine, un’altra valutazione in questo caso da fare è legata alla dimensioni dell’opera. Nelle compravendite private solitamente queste possono incidere. Visti i prezzi non si parla più di coefficiente ma se comparate due opere dello stesso periodo, dello stesso artista e con lo stesso soggetto, quella di dimensioni superiori potrebbe valere di più. In questo caso l’opera è grande quasi 2 mt per 1.70 mt.
Ciò che condivido e apprezzo della vendita di opere d’arte così importanti da parte di collezionisti così famosi è il fatto che le opere non rimangono poi in caveau in Svizzera ma vengono esposte nei musei che non potrebbero altrimenti acquistarle. Ad esempio in questo caso Interchange è esposto all’Art Institute of Chicago.
Salvator Mundi di Leonardo da Vinci
Ricordo benissimo il giorno dell’asta di Christie’s a novembre del 2017 e le centinaia di articoli in tutte le lingue per i curiosi come me. Si dovevano scoprire chi l’avrebbe comprata, a quale prezzo, se era un originale, dove sarebbe finita. Ad oggi le risposte a queste domande non sono tutte certe. Si sa che è stata venduta da Dmitry Rybolovlev, un uomo di affari russo presidente della squadra di calcio del principato di Monaco. Si sa il prezzo a cui è stata venduta 450 milioni e 300 mila dollari, un record che l’ha fatta diventare al tempo stesso l’opera più pagata al mondo e l’opera comprata in asta più pagata al mondo.
Non si sa esattamente chi l’abbia comprata e dove sia al momento. Subito dopo l’asta si pensava fosse entrata nella collezione del principe Badr bin Abdullah, ministro della Cultura in Arabia Saudita. Poi si è vociferato che lui l’abbia comprata per il principe Mohammad bin Salman erede al trono dell’Arabia Saudita con l’idea di esporla dal 2018 al Louvre Abu Dhabi. Così non è stato perché l’opera non è mai arrivata al museo. E da un paio di articoli di qualche giorno fa sembrerebbe essere conservato in un caveau in Svizzera.
A prescindere dal fascino dell’acquisto di quest’opera ciò che la rende speciale ovviamente è la componente artistica. Si tratta dell’ultimo Leonardo in una collezione privata e rappresenta uno dei simboli della Cristianità. Il figlio di Dio che in veste di uomo si presenta come Salvatore di un mondo trasparente che tiene nella sua mano di sinistra, mentre con la destra benedice attraverso il segno della Croce. Un capolavoro indiscusso della storia dell’arte che non poteva non diventare un record anche in quanto a valore economico.
5 opere più pagate al mondo. Riflessioni
Per me è interessante che siano quasi tutte state acquistate attraverso compravendite private e che ci sia un solo passaggio in asta, ma l’asta del resto è solo uno dei luoghi in cui l’arte può essere comprata.
Il valore dell’arte come investimento economico infatti è innegabile. Mentre le azioni sul mercato fluttuano e possono anche modificare notevolmente il loro valore nel tempo tanto in positivo quanto in negativo un vero capolavoro se comprato al prezzo giusto può rivelarsi un ottimo investimento.
E pensiamo anche all’arte come manifestazione della propria posizione all’interno della società. Da sempre re e regine, conti e baroni si sono vantati di aver sostenuto o aver acquistato o rubato grandi capolavori per le loro collezioni o per le collezioni dei loro regni. E ancora oggi l’accumulo e l’ostentazione di grandi opere d’arte è più che diffuso non solo tra i nobili ma anche tra grandi imprenditori e banchieri europei e non solo.
5 opere più pagate al mondo. Perchè?
Un’opera d’arte può essere acquistata per diversi motivi e i quattro principali sono e saranno sempre: 1. Il piacere intellettuale o estetico; 2 il benessere spirituale che l’opera provoca; 3 l’investimento; 4 lo status symbol.
Per alcune persone il primo e il secondo motivo insieme rappresentano la motivazione più importante nella scelta, per altri invece lo sono il terzo e il quarto. La verità è che in nessun collezionista la proporzione sarà mai la stessa. ma di certo c’è qualcosa di ognuna di queste componenti in ogni scelta di acquisto che viene fatta. E le 5 opere di oggi lo dimostrano.
Sembra ovvio se si pensa a grandi nomi come Monet, Bacon o Picasso ma l’acquisto di opere può portare anche ad ottimi risultati nel contemporaneo. Solo se si analizzano bene i lavori e la storia dell’artista che li ha realizzati. Bisogna però non dimenticare che è giusto bilanciare le 4 componenti.
Fammi sapere nei commenti di YouTube o su Instagram, se tu fossi un magnate collezionista quale di queste opere avresti voluto acquistare. Io sono innamorata del Cezanne e del Leonardo.
Grazie e a presto!