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La sedia di Van Gogh del 1888 è una delle nature morte più interessanti della storia dell’arte. Ed è conservata oggi in uno dei musei più ricchi di Londra: la National Gallery

Van Gogh viene celebrato oggi come uno degli artisti più noti ed apprezzati al mondo. E ha avuto e continua ad avere una forte influenza anche sull’arte contemporanea. Ma non sempre è stato così. Durante tutta la sua vita, infatti, è stato uno degli artisti più rifiutati della storia, perfino dall’amico Gauguin nel periodo di Arles. E oggi scopriamo l’opera simbolo delle loro differenze. 

La sedia di Van Gogh. Il soggetto dell’opera

Da una prima analisi il soggetto di quest’opera potrebbe essere considerato semplice: una sedia di campagna in una casa della fine dell’800. Una natura morta insolita per via del fatto che viene utilizzato un oggetto che si decompone in un tempo molto più lungo di un cesto di frutta o di un mazzo di fiori. Ma in realtà, un simbolo importante che racconta una storia e rende il soggetto per nulla semplice. 

Van Gogh e Gauguin ad Arles

Quando Van Gogh si trasferisce ad Arles, un paesino a sud della Francia, nel 1888 il suo più grande desiderio è quello di creare una colonia di artisti. E l’arrivo dell’amico Paul Gauguin lo rende ovviamente ottimista e felice. Compra diversi mobili per la loro casa di campagna e comincia a dipingere senza sosta, per dimostrare le sue buone intenzioni. Questo dipinto ad olio viene realizzato da Van Gogh solo poche settimane prima del suo famoso crollo emotivo e in un momento in cui la sua amicizia con Gauguin ormai arrivato  si sta disintegrando. 

La scelta di trasferirsi al sud in una zona lontana dalla frenesia di Parigi per Gauguin infatti non si rivela positiva come immaginava inizialmente. Non ama l’atmosfera e gli abitanti di Arles e non riesce né a concentrarsi né a lavorare bene in questo paese. Così inizia anche a litigare con Van Gogh, con il quale racconta di andare d’accordo da artista su pochissimi argomenti. 

E anche Van Gogh deve essersi reso conto delle differenze di stile e ideologiche fra i due. E decide così di dipingere le loro due sedie. Le sedie sulle quali si siedono per realizzare i loro capolavori. Due opere che entreranno nella storia come: La sedia di Van Gogh e la sedia di Gauguin. La ragione per cui van Gogh le dipinge non è chiara:  forse per convincere Gauguin a restare ad Arles o forse solo per sottolineare queste forti divergenze di opinione. Scrive anche nelle sue lettere di quel periodo

 

“Che cosa sarebbe la vita se non avessimo il coraggio di correre dei rischi?”

Vincent Van Gogh

La sedia di Van Gogh. I dettagli dell’opera

La sedia della casa di campagna

All’inizio della loro avventura, dovendo arredare la casa di Arles per l’arrivo dell’amico Gauguin, Van Gogh si dà da fare e va alla ricerca dei mobili da acquistare nel paese. Tra i vari oggetti che decide di acquistare ci sono anche queste sedie che rendono l’ambiente più confortevole e rustico. Il messaggio che Van Gogh vuole trasmettere al suo ospite è quello di semplicità e accoglienza al tempo stesso. 

Gli oggetti sulla sedia

In quest’opera la scelta degli oggetti sulla sedia di Van Gogh non è affatto casuale. L’artista ha infatti scelto con estrema attenzione quali oggetti lasciare su questo oggetto di arredamento e come rappresentarli. Lo scopo è quello di rappresentare attraverso simboli non solo la persona che utilizza la sedia ma anche il suo approccio artistico e filosofico. Sulla sedia di Van Gogh si trovano oggetti semplici e della vita quotidiana: una pipa e una pacchetto di tabacco. Questo perchè lui non ha bisogno di nulla di diverso dell’ambiente che lo circonda per realizzare le sue opere. 

Al contrario, nel caso dell’altra opera La sedia di Gauguin i libri e la candela indicano la necessità per Gauguin di rappresentare attraverso l’immaginazione e l’intelletto. Ciò che vede con la mente e non con gli occhi. 

La natura morta nell’opera

In realtà, una natura morta nell’opera di Van Gogh di carattere naturale c’è. Sullo sfondo a sinistra infatti l’artista ha rappresentato un cesto di cipolle che stanno germogliando, quindi probabilmente lì già da giorni. A Van Gogh infatti piaceva molto dipingere elementi naturali in ogni fase del loro sviluppo. Nelle sue famose immagini di girasoli, accanto ai fiori freschi a volte si trovano perfino dei fiori quasi appassiti. Questo per sottolineare ancora una volta il passaggio del tempo e la sua voglia di rappresentare l’evoluzione di ciò che lo circonda in natura. 

Il pavimento dell’opera

Prima di trasferirsi ad Arles, nel suo periodo a Parigi, Van Gogh scopre anche le stampe giapponesi che cominciano ad avere una fortissima influenza sulle sue opere. Dell’arte giapponese rimane entusiasta dei colori, dei contorni forti e dell’immediatezza dell’immagine. Gli artisti giapponesi infatti ignorano alcune delle rigide regole dell’arte occidentale, come quelle della prospettiva. Il loro scopo è avvicinare il più possibile lo spettatore al soggetto dell’opera. E Van Gogh fa lo stesso in quest’opera. Non si avvale delle regole della prospettiva per realizzare il pavimento, ma al contrario esagera la prospettiva stessa attraverso le piastrelle. Così crea un effetto di vertigine che fa sembrare il pavimento completamente inclinato verso di noi. 

La firma di Van Gogh

Van Gogh inoltre non sempre firma le sue opere. Ma quando decide di aggiungere la sua firma lo fa sempre in spazi e modi più discreti possibile. In questo caso ad esempio se non si sapesse che si tratta della firma dell’artista, la scritta potrebbe essere confusa con il nome della ditta che ha fabbricato la scatola sullo sfondo. Un particolare che non passa inosservato ma che vuole rimanere discreto. 

Le pennellati decise ed evidenti

Dal punto di vista tecnico, Van Gogh non è invece per nulla discreto. Una delle caratteristiche dell’arte di Accademia del ‘800, infatti, è quella di avere una finitura liscia. Lo spettatore non deve rendersi conto del fatto che per realizzare l’opera su tela l’artista ha dovuto utilizzare pennello e colori. Le pennellate nella pittura ottocentesca classica non devono vedersi. Questo non accade con Van Gogh. Nelle sue opere utilizza così tanto colore da spremerlo addirittura direttamente dal tubetto sulla tela. E a causa di questo eccessivo utilizzo della materia risulta impossibile stendere i colori e le pennellate rimangono molto materiche. Ma questa diventa una delle caratteristiche più apprezzate da noi oggi e in molte delle sue opere queste pennellate ampie e ricche di colore diventano la sua caratteristica principale. 

La sedia di Van Gogh. La sedia vuota come ritratto

Van Gogh potrebbe aver preso in prestito l’idea di utilizzare una sedia vuota come forma di ritratto simbolico da una nota illustrazione dell’artista inglese Luke Fildes, che mostra la sedia in cui è morto Charles Dickens. 

Gli oggetti sulle sedie di Van Gogh al contrario dell’opera di Fildes, però, sono stati sicuramente progettati ad hoc per identificare le sedie stesse. E la scelta dei colori e della composizione sembrano essere quasi una rappresentazione delle due teorie artistiche di Van Gogh e Gauguin. Gauguin infatti aveva sempre incoraggiato l’amico a rappresentare seguendo la propria immaginazione. La caratteristica delle opere di Van Gogh però è quella di esaltare ciò che lui vede ed è già in natura. E La sua filosofia artistica si basa sull’esaltazione del modello, di ciò che lui trova intorno a sé.

Due punti di vista distanti che risultano in due sedie completamente diverse. La sedia di Van Gogh è rappresentata con colori chiari in pieno giorno e svolge le sue funzioni di sedia, nulla di più. Quella di Gauguin invece ha una luce di candela che illumina le tenebre. La rappresentazione stessa dell’immaginazione che illumina le sue opere. 

Copertina: Vincent Van Gogh, La sedia di Van Gogh, 1888, olio su tela, National Gallery, Londra

 

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