L’uso del vetro nell’arte mi ha sempre affascinato soprattutto nelle grandi vetrate viste in mille angoli d’Europa durante i miei viaggi. Vetrate immense e realizzate con piccoli frammenti di vetro scelti ognuno per un loro scopo preciso.
La verità è però che non ne sono mai rimasta così tanto affascinata da approfondire l’argomento. Fino a quando non ho fatto una scoperta interessante e il mio approccio è completamente cambiato.
Un sabato pomeriggio stavo cercando disperatamente un nuovo libro da leggere che mi facesse scappare per qualche ora dai saggi impegnativi dell’università e dai documenti del lavoro. E così nella ricerca di titolo di autori che già avevo letto e di cui quindi mi potevo fidare ho deciso di prendere quello che mi ha attirato di più: Una ragazza da Tiffany di Susan Vreeland.
Uno di quei libri, come molti della Vreeland, che racconta una storia dell’arte diversa e non ci fa fermare un attimo neanche per prendere il respiro. Nel libro la Vreeland racconta la storia della designer Clara Wolcott Driscoll che insieme ad un gruppo di ragazze chiamate appunto le “ragazze di Tiffany” ha rivoluzionato le lampade Art Nouveau americane attraverso il taglio e la scelta dei vetri.
Tra le pagine del libro ho cominciato ad apprezzare questo materiale così magico che agisce attraverso gli effetti della luce che lo attraversa. Al contrario di altri materiali che riflettono la luce sulla superficie. In ambito architettonico il vetro colorato è un elemento di gioco. Il vetro infatti reagisce alle condizioni del cielo e alla luce esterna e i disegni che vengono realizzati nelle vetrate illuminano gli interni e riempiono le stanze di colore.
L’uso del vetro nell’arte antica
La storia del vetro colorato è antica. Diversi studi attestano che i vetrai del mondo antico conoscevano la tecnica di realizzazione dei vetri colorati. Però nessuno ha ancora stabilito se la scoperta di introdurre gli ossidi dei metalli nella produzione del vetro sia avvenuta accidentalmente o per scelta.
Una cosa è certa: lo sviluppo del vetro colorato chimicamente, dipinto o colorato come mezzo artistico risale all’Europa medievale. Due sono i fattori principali responsabili di questa evoluzione. Il primo è il significato simbolico e mistico che veniva attribuito alla luce nella teologia cristiana. E l’altro invece è legato ad una scoperta architettonica: l’arco a punta gotica. Con la sua introduzione infatti la costruzione degli edifici religiosi in Europa cambia, lasciando spazio ad ampie aree di pareti non portanti che possono essere “bucate” e riempite con grandi finestre vetrate.
L’uso del vetro nell’arte gotica
Il periodo gotico diventa così il momento di massimo utilizzo del vetro colorato. E di questo materiale e delle diverse tecniche di realizzazione delle vetrate si comincia a parlare in alcuni manuali dell’epoca. Il primo a fornire istruzioni tecniche è un artigiano tedesco chiamato Teofilo che nel suo testo De diversis artibus ne parla liberamente.
E più o meno nello stesso periodo anche in Francia comincia a diffondersi l’utilizzo della vetrata con l’abate Suger che inizia i lavori della chiesa di Saint-Denis a Parigi. Il suo scopo è quello di trasformare la chiesa in un vero e proprio libro di preghiera illustrato attraverso le vetrate. E il simbolismo dei vetri di questa e molte altre chiese gotiche è espressamente legato al concetto di luce nella religione cristiana. La luce infatti è simbolo della Creazione e della Resurrezione e nel Nuovo Testamento di Gesù stesso.
La tecnica di realizzazione delle vetrate gotiche
Come materiale di base per le vetrate si utilizza il vetro realizzato grazie all’aggiunta di ossidi metallici o di minerali alla pasta. Il primo passaggio consiste nella realizzazione della storia e quindi del disegno di base per stabilire così la composizione dell’opera e i colori da utilizzare. Il vetraio realizza poi dei cartoni a grandezza naturale di quella che sarà la vetrata e si cominciano a delineare le impiombature di metallo che uniranno i “pannelli” di vetro.
Ogni lastra di vetro viene cotta in forni appositi ad altissima temperatura per poi essere tagliato dando la forma desiderata, numerato e impiombato (incastrato nel piombo). Questi pannelli di vetro numerati e circondati sui bordi dal piombo vengono poi saldati insieme per comporre l’immagine generale.
Il significato simbolico delle vetrate gotiche
Le immagini che vengono realizzate attraverso la luce che entra dalle vetrate nel medioevo gotico sono simboli. Mentre la luce attraversava le finestre, i colori si mescolano all’interno, colorando la pietra, i volti e i corpi delle persone. Così si trasforma completamente l’atmosfera all’interno dell’edificio. E nel trasformare lo spirito sotto forma di luce in sostanza, le immagini di vetro colorato creano una realtà virtuale. Le vetrate quindi diventano rappresentazioni esattamente come i dipinti o la scultura. E per certi versi anche ideologicamente più forti.
Purtroppo molte vetrate medievali non sono arrivate fino a noi per diversi motivi. essendo il vetro un materiale così fragile per quanto realizzate con grande attenzione e per resistere nel tempo e alle intemperie, molte vetrate sono andate distrutte da guerre e bombardamenti in tutta Europa. Molte ma non tutte. Alcuni esempi stupendi sono rimasti sia in Francia come la Saint-Chapelle a Parigi sia in Inghilterra come la Cattedrale di Canterbury.
L’uso del vetro nell’arte moderna
Per secoli quella dei vetrai rimane un’arte di settore e utilizzata per lo più nella creazione delle vetrate. Fin quando qualcosa non cambia alla fine dell’Ottocento: nasce il modernismo. L’interesse verso l’arte del vetro torna fortissimo e si comincia a fare una distinzione tra l’artista designer e l’artista artigiano.
In tutta Europa si sviluppa un’attenzione fortissima verso le nuove forme architettoniche e la decorazione. Palazzi, mobili, lampade, fermate della metropolitana. Tutto viene riconsiderato in chiave modernista e si parla di Arte globale. Tutte le arti devono essere sviluppate e applicate contemporaneamente per rendere ciò che è funzionale anche bello.
Così il vetro diventa protagonista delle decorazioni architettoniche, degli oggetti di arredamento e non solo. Anche in questo caso gli artisti esaltano la sua caratteristica principale: la capacità di far filtrare e modellare la luce, Ma la tecnica di realizzazione non cambia moltissimo rispetto al passato, diventa solo più industriale.
Le immagini costruite attraverso pezzi di vetro colorato sono utilizzate, come dipinti per rappresentare non più solo figure sacre ma anche per raccontare nuove storie.
Le lampade Tiffany e il vetro nel periodo dell’Art Nouveau
E così quest’arte si sposta dall’Europa anche in America grazie ai viaggi a Londra e alle visite al Victoria and Albert di personaggi come Louis Comfort Tiffany. Il fratello del fondatore della Tiffany& co. e uno dei primi designer dell’azienda rimane affascinato dai vetri colorati medievali e dai loro effetti di luce e stabilisce così la sua azienda. Impiega un gruppo di ragazze nella realizzazione dei vetri e a dirigere il dipartimento del taglio del vetro ci sarà Clara Discroll. L’unica e sola donna protagonista della rinascita del vetro colorato nell’arte moderna in America, ma anche del libro della Vreeland che mi ha fatto così tanto appassionare a questa tecnica.
L’uso del vetro nell’arte del ‘900
E l’uso del vetro colorato non si ferma con il modernismo di fine Ottocento ma prosegue poi anche in pieno Novecento in architettura grazie alle collaborazioni con gli artisti più famosi del secolo. E i risultati di queste collaborazioni sono stupendi, come ad esempio i vetri della Chapelle du Saint-Marie du Rosaire progettati negli anni ‘50 da Henri Matisse. Oppure quelli delle vetrate di Chagall, realizzate sia per le chiese che per le sinagoghe.
Il vetro nell’arte rimane quindi un materiale da sempre sfruttato e la cui tecnica ha prodotto alcuni dei capolavori più belli della nostra storia dell’arte. La luce lo rende unico e soprattutto fa sì che possa cambiare con il tempo. Nessun oggetto in vetro sarà visto sempre allo stesso modo e questo lo renderà ancora più unico.
Copertina: vetrata della cattedrale di Chartres (particolare) ©Schneider Ludwig