Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? di Paul Gauguin del 1897 è uno dei dipinti più esotici dell’arte post impressionista. Ed è conservato oggi al Museum of fine arts di Boston.
Il soggetto dell’opera
Un paradiso tropicale con numerosi personaggi, tutti in posizioni diverse. L’opera di Guauguin è ambientata a Tahiti, la più grande delle isole della Polinesia francese nell’Oceano Pacifico. Qui Gauguin ha vissuto per quasi dieci anni. E molte delle sue opere sono state ispirate da questi paesaggi esotici.
I corpi nell’opera come in altre dello stesso genere sono solidi e sensuali e i colori molto intensi e accesi. In parte ispirati a questi luoghi lontani e in parte immaginari.
Come altri dipinti di Gauguin anche questo racconta una storia: il ciclo della vita. E lo si intuisce già dal titolo composto da alcune delle più importanti domandi esistenziali di sempre.
L’opera si deve leggere da destra verso sinistra e le figure rappresentano ognuna un diverso stadio della vita. Il ciclo inizia in basso a destra con un bambino che dorme e finisce sulla sinistra con una donna anziana accompagnata da un uccello.
I protagonisti delle opere di Gauguin
Gauguin riutilizza diverse figure delle sue composizioni del passato in quest’opera. Per Gauguin questo è il suo più grande capolavoro e sarebbe dovuto essere anche l’ultimo, tanto che tenta il suicidio poco dopo averlo realizzato. Il totem della divinità tahitiana si ritrova in altre opere. E anche la figura della donna giovane vicina all’anziana sulla sinistra sarà presente anche in Vairumati dello stesso anno, conservata al Musée d’Orsay di Parigi.
L’uso del colore nell’opera di Gauguin
Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? di Gauguin è una delle opere più significative tra i lavori dell’artista anche e soprattutto per l’uso del colore. I colori sono saturi e i contorni delle figure scuri e lineari creando una composizione piatta e quasi astratta.
Una composizione molto influenzata dalla pittura giapponese, come per molti altri artisti del periodo per esempio Van Gogh o Mary Cassatt.
Il contrasto e l’accostamento dei colori in questa come in altre opere di Gauguin non è affatto casuale. L’artista utilizza vicini i verdi e i blu per la natura a contrasto con il giallo oro dei corpi. Il colore infatti non solo aveva una funziona sensuale e decorativa, ma era anche usato per suggerire ed esprimere emozioni.
Gauguin considerava questo dipinto, ricco di simbolismo e riferimenti mitologici, il culmine della sua opera. Dimostra l’uso radicale del colore e della forma che lo hanno reso così influente, agevolando la strada agli espressionisti e all’arte astratta.
I dettagli dell’opera
Il bambino che dorme
Il bambino sulla destra rappresenta il punto di inizio della rappresentazione, il primo stadio del ciclo della vita. Esattamente come nella lettura convenzionale orientale infatti, Gauguin decide di rappresentare la sua storia da destra verso sinistra. Il bimbo è circondato da un gruppo di tre donne e rappresentato alla perfezione dal punto di vista della prospettiva convezionale.
Il paesaggio tathiano
E sempre sulla destra in secondo piano Gauguin rappresenta con un contrasto di blu e e verde con il giallo, il paesaggio di Tahiti. Un paesaggio naturale fatto di rami e alberi dalle forme curve non quadrate. Un paesaggio che dà un senso di serenità e armonia a tutta la composizione.
La donna di spalle che ascolta
Al centro dell’opera due figure vengono esaltate. Una di queste è una donna seduta di spalle che sembra mettersi la mano fra i capelli mentre ascolta con attenzione. Attira la nostra di attenzione perché è seduta di spalle e la sua schiena è illuminata dalla luce dal colore chiaro che Gauguin ha scelto di applicare sulla sua tela per rappresentare la sua pelle.
Il giovane che raccoglie la frutta
Al centro quasi esatto dell’opera, un giovane sia alza per raccogliere della frutta e riempie in altezza tutta la composizione. Potrebbe essere simbolo all’interno del ciclo della vita dei piaceri della giovinezza. è al centro perché rappresenta il momento centrale della nostra vita, il più rigoglioso e ricco di frutti. Come le altre figure anche questa ha i contorni neri e il colore della pelle di un giallo oro intenso che contrasta con lo sfondo blu/verde della scena.
La ragazza con il frutto
In basso alla sua sinistra seduta e pensierosa c’è un’altra ragazza con in mano uno dei frutti. Sta mangiando un mango ed è circondata da due gatti bianchi. Probabilmente è la protagonista della seconda parte dell’opera che viene identificata con la seconda domanda del titolo “Chi siamo?”. La ragazza infatti sembra concentrata e pensierosa, e anche i colori della sua figura sono più chiari e in alcune parti più vicini al marrone e non al giallo del giovane alla sua destra in piedi.
La scultura della divinità
La presenza di sculture e divinità di Tahiti nelle opere di Gauguin di questo periodo è molto diffusa. Un esempio è l’opera Mata Mua di cui vi ho parlato sul canale nel giro insieme al Museo Thyssen di Madrid.
La divinità rappresentata in questo caso però è differente e presente solo in un’altra opera di Gauguin nel Giorno di Dio del 1894. Si tratta della divinità del mondo ultraterreno che era per questo intagliata e dipinta di blu. Gauguin durante il suo periodo a Tahiti rimane sconvolto dalla distruzione dell’arte sacra nativa da parte dei missionari cristiani e per questo inserisce spesso delle figure divine locali nelle sue opere.
La donna anziana e l’uccello
Seduta all’estrema sinistra dell’opera a concludere il ciclo c’è una donna anziana con la pelle più scura. Vicino a lei una giovane donna bella e sensuale. La donna anziana è accovacciata quasi come se stesse uscendo dall’opera. Sta forse aspettando la fine della sua vita. E accanto a lei un uccello bianco a simboleggiare quel momento sconosciuto a tutti noi del passaggio dalla vita alla morte.
Iscrizione del titolo nell’opera
Il titolo dell’opera Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? di Gauguin è arrivato a noi grazie all’iscrizione nello stesso dipinto. In alto nell’angolo di sinistra in francese possiamo leggere queste tre domande scritte da Gauguin. negli ultimi anni della sua vita Gauguin dà titoli formati domande a molte delle sue opere. Questo forse perché voleva sottolineare l’importanza del porsi certe domande a livello esistenziale durante la propria vita.
La tecnica di realizzazione
All’inizio della sua carriera Gauguin dipinge con pennellate veloci e visibili, in pieno stile impressionista. ma ad un certo punto della sua vita si distacca da questo stile e comincia per divers motivi anche a realizzare opere in uno stile tecnico completamente diverso. Usa na vernice spessa per evitare che i color si mescolino tra di loro e crea delle linee nere intorno ai contorni delle figure.
Le difficoltà economiche, inoltre, lo costringono a usare meno vernice o degli stati più sottili. Mentre le linee nere che separano le zone di colore tendono a rendere le forme più astratte. Crea così delle zone di colore piatto con poca prospettiva tridimensionale delle figure. Una scelta consapevole che influenzerà moltissimo l’arte espressionista successivamente.
In Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? di Gauguin si applica tutto questo. L’opera è caratterizzata dall’accostamento di colori e dalle linee forti. Il blu e verde contrastano con il giallo e i marroni. Ogni colore racconta una storia e dà una diversa emozione.
L’arte è o plagio o rivoluzione
Paul Gauguin
Paul Gauguin. La storia dell’artista
Gauguin ha creato un suo stile unico e personale, reagendo all’impressionismo e lavorando con il colore come forma di espressione delle emozioni. La sua vita non è stata per nulla convenzionale, esattamente come le sue opere.
Nasce a Parigi nel 1848 ma trascorre parte della sua vita da bambino in Perù, Paese di origine di sua madre.
Diviene quindi un agente di cambio di grande successo e dipinge solo nel suo tempo libero. Diventa un ammiratore degli impressionisti e compra i dipinti degli amici e inizia a esporre con loro.
Nel 1883 decide di dipingere a tempo pieno ma non riesce a sostenere i costi della famiglia e a guadagnarsi da vivere. Si separa quindi dalla moglie e dai 5 figli e si trasferisce in Bretagna, una regione nord-ovest della Francia. Qui realizza alcune fra le sue opere più famose, che si allontanano completamente dallo stile impressionista.
Si sposta poi a Panama e sull’isola Martinica. Ma torna in Francia dove si trasferisce per un breve periodo ad Arles con l’amico Van Gogh. Qui però non riesce a rimanere a lungo poiché è abituato a viaggiare e soprattutto non va d’accordo con Van Gogh nelle loro discussioni di carattere artistico.
Decide così nel 1891 di partire per Tahiti, che è colonia francese. Qui vive in grande povertà e si ammala di sifilide, ma realizza anche alcune delle sue opere più interessanti di sempre. E Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? è proprio una di queste. Muore nel 1903 sulle Isole Marchesi, sempre nella Polinesia francese.
Copertina: Paul Gauguin, Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?, 1897, olio su tela, Museum of fine arts di Boston.