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Composizione VII di Kandinsky. Kandinsky ha l’intuizione più importante della sua carriera negli anni precedenti la prima guerra mondiale. Lavora a Monaco, in Germania, e sviluppa un nuovo linguaggio pittorico, che lo aiuta a creare originali dipinti astratti in diverse serie. E la più famosa di queste si intitolerà Composizioni. Io sono Clelia e oggi scopriamo Composizione VII di Wassily Kandinsky del 1913. 

Le Composizioni di Kandisnky

Kandinsky considera queste Composizioni come il risultato della sua filosofia artistica. Ne realizza solo 10 in tutta la sua vita, e ognuna è  frutto di un’attenta pianificazione. Composizione VII, di cui parliamo oggi, è ampiamente riconosciuta come la più bella e la più complessa di tutte.

Ovviamente, le Composizioni sono fin dagli inizi molto controverse. Gli spettatori si ritrovano di fronte a grandi dipinti astratti e rimangono completamente sconcertati. Ai primi che li hanno potuti vedere i dipinti sembrano caotici, senza soggetto, struttura o forme riconoscibili. E il bello è che Kandinsky non è del tutto scontento di questa opinione. Tanto che scrive in quel periodo: “Ogni opera ha origine nello stesso modo del cosmo, attraverso catastrofi che, dal caos caotico degli strumenti, alla fine generano una nuova sinfonia”.

Kandinsky spiega la filosofia alla base del suo nuovo approccio in un trattato dal titolo Lo spirituale nell’arte del 1911. Non crede che il pubblico sia pronto per l’arte totalmente astratta, e non vuole che i suoi quadri astratti siano semplicemente considerati decorativi. Invece, crede di poter trasmettere i suoi sentimenti più puri e più spirituali. Inizialmente, trae ispirazione da soggetti religiosi come il Giardino dell’Eden, il Diluvio ma soprattutto l’Apocalisse. Descrive l’artista come un profeta e anticipa nei temi delle sue opere la distruzione e le follie della prima Guerra Mondiale, ma gradualmente cambia strada. Al posto dei temi religiosi nelle ultime Composizioni crea soltanto attraverso la forma, il colore e la linea, come ad esempio in Composizione VII.

Composizione VII di Kandinsky | Analisi

Kandisnky e il colore

In quest’opera il colore è un elemento fondamentale. Kandinsky ha sempre considerato il colore come l’elemento più cruciale nei suoi dipinti e viene influenzato dagli scritti del filosofo Rudolf Steiner. Steiner sostiene che ogni colore, ogni percezione della luce rappresenta un tono spirituale. Così Kandinsky fa un passo avanti e inventa il proprio codice colore, attribuendo valori spirituali ad ogni diversa tonalità. 

Quando descrive il tono di un colore usa un’analogia musicale e lo paragona al timbro. Con questo  Kandinsky è in grado di variare la sensazione e l’emozione che ci trasmettono i suoi dipinti. Il suo trucchetto preferito è quello di introdurre passaggi di colore semplici, quasi monocromatici per controbilanciare le zone di caos sulla tela. In quest’opera ad esempio l’angolo destro così pieno di un solo colore sembra quasi silenzioso e va a controbilanciare l’effetto di vortice che domina il centro della tela. 

Composizione VII di Kandinsky e le sue linee

Inoltre usa le linee per dare energia ai suoi dipinti. Le linee parallele orizzontali ad esempio rendono l’immagine più stabile, soprattutto ai lati dell’opera. Mentre la linea diagonale rossa fa pensare che ci sia una struttura sotto. Quasi come se tracciasse parte del contorno di un rombo. Qui è debole ma più evidente dall’angolo spesso e ad angolo retto ai piedi della tela. L’interazione tra linea, colore e forma diventa ancora più efficace in Linee nere I, anche questa un’opera realizzata nel 1913.

Kandinsky fa di tutto per nascondere qualsiasi elemento che può essere riconoscibile che a volte viene chiamato “figurativo” nelle sue opere astratte. Ma alcuni elementi possono ancora essere individuati. Un dettaglio in quest’opera ad esempio può essere interpretato come una scala o un fiore. La maggior parte degli elementi, però, possono essere identificati solo facendo riferimento ai suoi studi preparatori. 

Il tema della barca

Uno dei soggetti preferiti di Kandinsky sono le barche. E la barca nelle sue opere può essere ridotta a una semplice forma curva e una fila di linee, che rappresentano i remi. Prima di diventare un pittore completamente astratto dipinge anche questa immagine in diverse versioni riconoscibili come ad esempio in Viaggio in barca del 1910. Ma la barca diventa un tema ricorrente nelle Composizioni perchè è rilevante per il tema più ampio di cui a volte racconta: Il tema del diluvio universale nella Bibbia. 

L’occhio del ciclope

Nei suoi studi preparatori, Kandinsky sperimenta una vasto numero di componenti, mentre cerca la formula giusta per la sua opera. La maggior parte degli schizzi include alcune varianti di una sola immagine  specifica. I critici l’hanno paragonata a un gigantesco occhio di un ciclope. Una metafora del contatto tra l’artista e gli spettatori. E in effetti questo elemento attira particolarmente l’attenzione perché rimane stabile mentre altri gli girano intorno freneticamente. 

Composizione VII di Kandinsky | Tecnica

Dal punto di vista tecnico le opere variano a seconda del tipo di immagine che vuole rappresentare. Intitola alcuni dei suoi lavori Impressioni o Improvvisazioni e questi non sono sono studiati nè pianificati. Ma qualcosa cambia con le Composizioni. Ognuna di queste opere è elaborata e studiata e Composizione VII è la forse la più elaborata di tutte. Per una tela come questa Kandinsky realizza più di 30 studi preparatori e una volta completati impiega circa 3 giorni per realizzare l’opera. In uno Studio per composizione VII ad esempio inserisce un elemento che poi non ritroviamo nell’opera finita: nell’angolo a destra un angelo dal viso blu suona una tromba. Ma nella versione definitiva abbiamo solo una forma di tromba blu e l’angelo è scomparso.  

Kandinsky e la musica

Ciò che Kandinsky desidera davvero ricreare in arte attraverso questi lavori sono le caratteristiche della musica. Il suo compositore preferito è Arnold Schoenberg, il pioniere della musica atonale. Kandinsky ammira il suo approccio e non si fa nessun problema nel combinare anche su tela passaggi che potrebbero essere considerati dissonanti. Anzi le chiama proprio collisioni tonanti. Un vero e proprio scontro fra macchie di tono di colore.

Wassily Kandinsky | La sua storia

Ma per capire come Kandinsky sia arrivato all’astrattismo dobbiamo fare una po’ di chiarezza su di lui. Kandinsky infatti nasce a Mosca, figlio di un ricco commerciante di tè della Siberia. Prima si forma come avvocato e poi, a 30 anni decide di diventare pittore. E non accade per caso. Tutto cambia infatti quando nel 1896 scopre per caso i Covoni di Monet e ne rimane presissimo. Si trasferisce così a Monaco per studiare all’Accademia di Belle Arti con Franz von Stuck. E nella sua classe quell’anno c’è un altro grande pittore dell’astrattismo Paul Klee. 

Prima si mette a viaggiare in giro per l’Europa, vuole scoprirne di più e poi si innamora di Gabriele Munter e si stabilisce in Germania. Comincia a frequentare circoli artistici progressivi e il suo stile subisce rapidamente dei cambiamenti perché viene influenzato dall’arte popolare russa, dai fauve e dall’espressionismo. è libero di creare le sue opere senza doversi preoccupare troppo di venderle e può dare libero sfogo alla sperimentazione. I suoi lavori però sono  così sconvolgenti che scioccano i contemporanei.

La sinestesia per Kandisnky

Riesce a combinare la sua passione per il colore e la musica, rendendoli la base del suo stile astratto. Crede che l’arte di basi sul fenomeno percettivo della sinestesia – secondo il quale la stimolazione di un senso porta alla stimolazione di un altro.

Nel periodo precedente lo scoppio della prima guerra mondiale, fa rapidi progressi verso la pittura astratta. Solo due anni prima della creazione di Composizione VII, i soggetti dei suoi dipinti sono ancora abbastanza espliciti e realistici. Ad esempio in Impressione III (Concerto) del 1911 rappresenta il concerto di Capodanno trascorso a casa dell’amico Schoenberg. E oltre al pubblico è possibile identificare due larghi pilastri bianchi e l’enorme coperchio nero di un pianoforte a coda. 

Kandisnky e l’astrattismo

Ma come arriva quindi all’astrattismo? E cosa significa astratto? Se ci riflettiamo bene fra tutte le nuove forme d’arte e movimenti che emergono nel ‘900, l’arte astratta è senza dubbio la più duratura nel tempo. Qualsiasi opera d’arte che non rappresenta un elemento riconoscibile può essere descritta come astratta. Negli anni che precedono lo scoppio della prima guerra mondiale, la nascita dell’arte astratta è un fenomeno che può essere considerato internazionale. Emerge infatti più o meno negli stessi anni in diversi Paesi. In modi tutti diversi. Gli artisti del periodo scoprono la possibilità di usare il colore e le forme ma non per rappresentare per forza la realtà. 

Astrattismo | Definizione ed evoluzione nel ‘900

E non è semplicissimo dare una definizione precisa di arte astratta. Ad essere sinceri gli stessi artisti hanno preferito a questa espressione quella di arte non figurativa. Astratto, infatti, significa letteralmente “tratto fuori” e indica una capacità di cogliere alcuni elementi, riassumendo l’immagine nei suoi tratti essenziali. Ma l’astrattismo degli inizi del ‘900 è solo un momento di passaggio, di un lungo processo. Un processo che inizia con il Romanticismo e prosegue con l’invenzione della fotografia e va sempre più negando all’arte il compito di descrivere esattamente ciò che ci circonda.

Agli inizi del ‘900 si possono fare moltissimi esempi di astrattismo: alcuni lavori di Sonia Delaunay del 1913 in cui le figure umane sono trasformate in forme geometriche. Oppure alcune opere di Duchamp come Il Nudo che scende le scale del 1912. Il quadrato nero di Malevic del 1915 o le opere di Mondrian. Tutte rientrano in questo principio di astrazione. Però nei tentativi di astrazione massima non c’è nessun interesse da parte dell’artista di rappresentare o far riconoscere nessuno degli elemento della natura o della realtà. Le opere esaltano la forma, il colore, linea. E fra i grandi astrattisti dell’inizio del’900 Kandinsky riesce benissimo in questo.

Se sei arrivato fin qui benvenuto nel #arteclub per tutti gli appassionati d’arte che hanno voglia di scoprire qualcosa in più sull’opera o l’artista del giorno.

Famoso oggi come uno dei creatori del movimento dell’arte astratta, Kandinsky è anche universalmente riconosciuto come uno dei più grandi pionieri dell’arte moderna. Ma non è sempre stato così. Kandinsky ha infatti realizzato dieci opere della serie Composizioni ma non tutte sono arrivate fino a noi. Conosciamo le prime tre solo grazie a fotografie in bianco e nero. Anche se esistono studi e schizzi (in particolare di Composizione II), un raid nazista sul Bauhaus negli anni ’30 ha portato alla confisca delle prime tre Composizioni di Kandinsky. Le opere sono state esposte nella mostra promossa dallo Stato tedesco sull “Arte degenerata”, e poi distrutte, insieme alle opere di Klee, Marc e altri artisti moderni. Facendoci perdere cosi la possibilita di vedere oggi questi grandi capolavori. 

Composizione VII di Kandinsky | Dove si trova?

Un’altra piccola curiosità che riguarda l’opera è legata alla sua attuale collocazione. Si trova infatti in una delle più famose gallerie d’arte moderna di Mosca, che raccoglie moltissimi capolavori della collezione di George Costakis, un collezionista russo di origini greche che per pura casualità in piena Seconda Guerra Mondiale ha trovato in uno studio di Mosca diverse opere del costruttivismo russo e le ha acquisite. E grazie a questa sua scoperta oggi il Quadrato nero di Malevic e Composizione VII di Kandinsky, le due opere più’ importanti dell’arte russa del ‘900 si trovano insieme sotto lo stesso tetto. 

E se questo post in cui abbiamo scoperto qualcosa in più sull’astrattismo e Kandinsky,  ti è piaciuto ti consiglio di dare un’occhiata al mio canale Youtube per non perdere i prossimi video sulle opere d’arte più interessanti nella storia. Ti consiglio inoltre di leggere i miei post su Una domenica pomeriggio sull’isola della grande Jatte di Seurat oppure a quello sulle 20 opere che hanno fatto la storia degli ultimi 20 anni

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