In un portico pieno di luci e colori siamo gli spettatori dell’incontro tra due personaggi misteriosi. Entrambi sembrano timidi ma consapevoli di cosa sta per accadere, inclinano la testa e incrociano le mani. Questo quadro così dolce, profondo e ricco di colori dominanti raffigura uno dei momenti determinanti della tradizione cristiana. Oggi scopriamo l’Annunciazione di Beato Angelico nella versione conservata al Prado di Madrid.
La storia dell’opera
L’Arcangelo Gabriele è appena arrivato e sta per iniziare a parlare ed annunciare alla Vergine Maria di essere stata scelta da Dio per essere la madre di Cristo. E in quel momento esatto nasce l’Annunciazione nella versione del frate domenicano Beato Angelico.
L’opera viene realizzata come tavola devozionale per l’altare di San Domenico a Fiesole, vicino Firenze. E non racconta soltanto del momento dell’Annunciazione ma anche di altri episodi. Uno in particolare è visibile alle spalle dell’Angelo ed è l’espulsione di Adamo ed Eva dal Giardino dell’Eden. Altri episodi invece relativi alla storia della vita di Maria sono raccontati nella predella sotto l’opera.
La predella de La Annunciazione di Beato Angelico
Ma cosa è una predella e perchè è considerata parte dell’opera? La predella è una fascia orizzontale, quindi un vero e proprio pannello che raffigura scene religiose. E spesso veniva realizzata alla base di un polittico o di una pala d’altare come vera e propria parte dell’opera. Se lo immaginiamo come un racconto è come se fossero dei capitoli introduttivi di un libro che spiegano meglio il cuore della storia e ci presentano i personaggi. In questo caso la vita di Maria che è una dei protagonisti dell’immagine.
E in questo caso la predella è parte dell’opera ancora di più perchè la trasforma in un quadrato perfetto quindi è davvero un pezzo imperdibile.
I dettagli dell’opera
Ma tornando all’opera centrale. I due protagonisti sono Maria e l’arcangelo Gabriele. Sulla sinistra un raggio diagonale di luce cade su Maria, illuminando il suo mantello blu molto intenso e il suo vestito rosa pesca.
La luce divina
Questa luce divina che attraversa diagonalmente il dipinto rappresenta l’onnipotente presenza di Dio. Sembra partire da un sole sulla sinistra e poi il raggio d’oro tocca l’aureola dorato dell’arcangelo e si diffonde davanti a Maria. All’interno di questo raggio di luce sta scendendo una colomba bianca, simbolo dello Spirito Santo, che segna il momento del concepimento.
Maria ne La Annunciazione di Beato Angelico
Il volto di Maria viene dipinto come quello di una giovane donna timida e forse spaventata un po’ dalla situazione. E al tempo stesso ci permette di vedere la bravura e l’esperienza di Beato Angelico nel dipingere i dettagli. Come artista infatti inizia come minatore di manoscritti, e quindi ha una vera e propria attitudine per la rappresentazione dei dettagli.
La posa di Maria, inoltre, con le mani incrociate, simboleggia la sua sottomissione alla volontà di Dio. E essendo la protettrice dei frati domenicani di cui fa parte anche Beato angelico ha un ruolo centrale anche nella sua storia personale.
L’Arcangelo Gabriele
Sull’altro lato della colonna centrale c’è l’arcangelo Gabriele. Indossa una veste dorata e rosa di una tonalità simile al vestito di Maria. L’aureola attorno alla sua testa è stata realizzata con una foglia d’oro lavorata, imbrunita quindi resa più scura in pratica. Questa aureola così curata ha lo scopo di rafforzare la divinità del personaggio, che è in fin dei conti il messaggero di Dio. Dalla sua schiena nascono le due ali anche queste di un colore dorato e super dettagliate. Ogni piuma è raffigurata con cura e sembra quasi che si possa sentire il peso di queste ali sulla sua schiena.
L’espulsione di Adamo ed Eva dal Paradiso
Le punte delle ali di Gabriele vanno a finire fuori dal portico a sinistra e ci permettono di spostare lo sguardo verso un’altra scena. Questa volta una scena della Genesi, il primo libro della Bibbia. Si tratta dell’espulsione di Adamo ed Eva dal Giardino dell’Eden, un episodio che aggiunge molto dramma all’intero dipinto e che dà un’informazione in più: Cristo infatti nascerà sulla terra per salvare l’umanità dal peccato originale.
Le figure un po’ abbattute, direi giù di morale di Adamo ed Eva sono cadute letteralmente dalla grazia di Dio e vengono espulse dal Giardino dell’Eden. E il gradino stesso è decorato con piante così dettagliate da sembrare un arazzo medievale. Infatti nel realizzare questi fiori di campo in primo piano, il lavoro di Beato Angelico racconta dell’influenza dello stile gotico sulle sue opere. Ai loro piedi per terra sembra esserci una mela rossa, come quella di Biancaneve, il frutto proibito. E loro stessi si muovono oltre la cornice del dipinto, come se stessero per uscire dal quadro.
Testa scolpita e rondine
Altri due dettagli interessanti si trovano nella scena centrale. Sopra la colonna centrale del portico si trova la testa scolpita di un uomo barbuto. Questa è un’immagine di Dio, il Padre che tutto vede e conosce.
Arroccato sulla colonna centrale, sopra le teste di Maria e Gabriele e subito sotto l’immagine di Dio, invece c’è una rondine. Probabilmente questa simboleggia la risurrezione di Cristo. Proprio come Cristo muore e poi rinasce, infatti la rondine scompare, per poi ritornare ogni primavera. Così abbiamo nell’opera Padre, Figlio e Spirito Santo.
La composizione, la tecnica e i colori de La Annunciazione di Beato Angelico
Dal punto di vista della composizione, infine, le due figure di Maria e Gabriele si completano a vicenda grazie al gioco di curve delle loro posizioni. E Beato Angelico secondo me è riuscito benissimo a rappresentare l’intensità del loro incontro. Però c’è anche un senso di tranquillità, che rende l’opera quasi perfetta.
Infatti, questo prezioso lavoro mostra le spiccate capacità di osservazione e la bravura di Fra Angelico. L’uso della luce, dei colori luminosi e la naturalezza delle pose rendono i personaggi abbastanza realistici. E poi, inoltre, la struttura architettonica creata con le colonne e con la camera aperta sul retro danno il senso di profondità e creano l’impressione che entrambe le figure siano all’interno di uno spazio reale e fisico.
Diciamo che si tratta di un esempio preciso del concetto di spazio di cui abbiamo parlato nel video sui 7 elementi di un’opera d’arte.
La prospettiva ne La Annunciazione di Beato Angelico
E Beato Angelico per dare questa sensazione usa la prospettiva lineare che serve per convincerci che siamo anche all’interno di uno spazio reale e tridimensionale. Però il bello secondo me è che siamo esattamente a metà tra gotico e Rinascimento. Tutte le linee creano uno spazio tridimensionale al contrario di quello che accadeva nello stile gotico ma non arrivano al punto di fuga centrale come poi succederà dal Rinascimento in poi.
Questo suo essere sperimentatore ma neanche troppo comunque non è un caso. Beato Angelico ha infatti dipinto tante pale d’altare e affreschi che sono tutti caratterizzati dalle linee semplici e dai colori molto accesi. Per lui la pittura era un atto di devozione e le sue opere sembrano infatti secondo me trasmettere la forza e l’ispirazione che prende dalla sua fede cristiana, ma anche dalla bellezza che vede nel mondo che lo circonda.
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La Annunciazione nelle altre opere di Beato Angelico
Beato Angelico ha rivisitato il tema dell’Annunciazione nei dipinti e negli affreschi realizzati in momenti diversi della sua carriera. Questa Annunciazione di Madrid viene realizzata all’incirca nello stesso periodo di un’altra pala d’altare per la chiesa di San Domenico a Cortona, in Toscana. E Beato Angelico ha realizzato anche una terza famosissima Annunciazione, l’affresco per il convento di San Marco, vicino a Firenze.
Mi ricordo perfettamente in gita scolastica in Toscana al liceo di aver provato ad andare a visitare a Firenze il convento di essere finita invece in questura a causa di un portafoglio scomparso. Una scocciatura pazzesca. Però poi in università da Milano sono andata tante volte a Firenze e in una di queste sono riuscita anche in primavera a visitare il convento e ve lo consiglio perchè è un’esperienza fantastica, anche per chi come me non è credente.
Questa opera al convento di San Marco rispetto alle altre due versioni precedenti molto più è invece un’immagine molto più serena, dai colori tenui e con un angelo con delle ali spettacolari.
Un’altra curiosità è il fatto che Fra Angelico conosciuto ora come Beato Angelico è proprio Beato, cioè veniva chiamato Beato e poi è stato ufficialmente beatificato nel 1982.
Il tema de La Annunciazione di Beato Angelico
Sul tema dell’Annunciazione invece ci sarebbe da scrivere un libro, anzi lo avranno già fatto in moltissimi di sicuro, perchè è uno dei temi religiosi più diffusi insieme alla Crocifissione di Cristo. Anche nell’arte contemporanea ci sono episodi davvero interessanti come quella tutta al femminile delle fotografie di Tom Chambers. Oppure quella di La Chapelle dell’anno scorso abbastanza famosa. Oppure quella di Warhol che riprende Leonardo e fa scomparire i personaggi e infine quella in scultura di Keith Edmier che invece cita Filippo Lippi e il simbolo del Giglio che appunta si associa alla purezza della Madonna. Tutte stupende secondo me.
E se questo post in cui scopriamo qualcosa in più l’Annunciazione di Beato Angelico ti è piaciuto ti consiglio di dare un’occhiata al mio post su i 7 elementi di un’opera d’arte oppure a quello sui Coniugi Arnolfini e ai video sul canale Youtube di Art&theCities.