Lavorare nel mondo dell’arte non è semplice. Non sarò qui a raccontarvi che è una passeggiata, ma non voglio neanche demoralizzare nessuno o far credere che l’esperienza di una sola persona positiva o negativa possa essere l’unica via per fare qualcosa. Oggi invece vi racconto la mia storia: i miei lavori nel mondo dell’arte in Italia e all’estero. Questo nella speranza di potervi dare qualche spunto per poter iniziare il vostro percorso, ma sempre con l’idea che si tratta di un racconto di vita personale.
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Se hai già visto il post sul mio percorso di studi sai che ho una laurea triennale in Storia dell’arte, una specialistica in Economia dei beni culturali e una seconda laurea in Storia dell’arte presa a Palermo da non frequentante. Inizio dicendo questo perchè le mie esperienze di lavoro sono cominciate proprio mentre ero in università.
LAVORARE nel mondo dell’ARTE | Il mio primo tirocinio pagato
Del mio primo tirocinio pagato a Palermo vi parlo brevemente. Si tratta di un esperimento che ho voluto fare a 19 anni, ma che poi scopriremo insieme avrà anche un ruolo tempo dopo. Una delle mie passioni in ambito artistico sono da sempre i gioielli. Così durante il mio secondo anno di università in un semestre fatto di scioperi, insegnanti che non si presentavano a lezione, studio solitario quindi tanto tempo libero ho deciso di prendere un diploma in Storia e restauro dei metalli preziosi.
Mi interessava principalmente la parte teorica di Storia delle arti applicate. Alla fine del percorso in aula, però, era richiesto un tirocinio pratico in restauro, a tempo pieno e pagato circa 300 euro al mese. Un disastro per me perchè non ho assolutamente manualità. E così tra le varie opzioni ho deciso di andare a lavorare per tre mesi per un restauratore di argenteria di oggetti sacri. Ho avuto fra le mani alcuni dei pezzi più belli del 600 e del 700 siciliano e già lì questo mi bastava. Alla fine dell’esperienza sono scappata perchè ero negata. Anche se è un lavoro, per chi ha manualità, stupendo!
LAVORARE nel mondo dell’ARTE | Il mio secondo tirocinio universitario
Comunque l’università l’anno successivo riprende regolarmente e io finisco la triennale, vinco la borsa di studio e mi posso spostare a Milano. Qui si apre un mondo. Inizio i nuovi corsi in Cattolica e dopo neanche un mesetto che sono lì mi chiama la mia collega di Palermo con cui avevo studiato durante la Triennale dicendomi che ha bisogno del mio aiuto. Sta scrivendo la sua tesi in Storia dell’arte contemporanea e la vuole concludere con un’intervista all’artista a cui è dedicata, che vive a Milano. Dato che io sono già lì mi chiede se possiamo andare insieme.
Visita ad uno studio d’artista, tutto è iniziato così!
E così mi ritrovo un mercoledì pomeriggio su un divano verde in uno studio d’artista ad ascoltare come è nata l’arte concettuale in Italia. Ma anche come un siciliano come me però alla fine degli anni ‘50 si è spostato alla mia stessa età per studiare nella mia stessa università e diventare poi uno degli artisti italiani più importanti del Novecento. Rimango a bere il tè e accarezzare il gatto fin quando alla fine dell’intervista scambiamo due parole. Ricevo in regalo un libro con una dedica alla quale rispondo istintivamente in maniera molto sincera. E lì si conclude la mia prima visita ad uno studio d’artista.
Risalgo in metro sulla rossa per tornare a Cadorna con la mia amica che deve riprendere poi l’aereo e riceviamo una chiamata, è per me. Mi viene chiesto se fossi disponibile a lavorare in Archivio attraverso l’università per uno o due pomeriggi alla settimana. Cosa fare? Risistemare gli stralci di giornale, le pubblicazioni e i materiali legati alle mostre e alle nuove opere. La prima cosa che penso è Wow, la seconda è come faccio?
Come organizzare studio e tirocinio | Studente di Economia dei beni culturali
Parte dei miei crediti in università sono per un tirocinio che potevo iniziare in teoria solo in secondo anno. Vado quindi in segreteria e mi fanno firmare dei moduli in cui io decido di aggiungere dei cfu al primo anno. Così inizio immediatamente!
Comincio così anche ad andare alle mostre d’arte contemporanea sia in galleria che in musei, partecipo ad altre interviste, alla revisione di bozze di cataloghi e all’organizzazione di mostre. Quell’unico pomeriggio della settimana diventa lo spazio in cui imparo davvero qualcosa e che ovviamente non lascerei per nulla al mondo. Mi informo in università e di nuovo se sto al gioco posso continuare a lavorare uno o due pomeriggi a settimana ma con l’università che non mi dà più crediti ma fa solo da intermediario dal punto di vista amministrativo.
Arriva la fine della specialistica, la fine della borsa di studio e io ho bisogno di trovare un lavoro. Qui mi trovo ad un bivio, perchè anche se mi offrono di rimanere e andare full time voglio davvero non scoprire altri lavori? Voglio davvero che l’unica esperienza che ho fatto fino a quel momento sia quella definitiva? La mia risposta è no e comincio a guardarmi intorno.
LAVORARE nel mondo dell’ARTE | Il mio anno part-time a Palazzo Reale a Milano
Così arriviamo al secondo capitolo di questa storia: il mio anno part-time a Palazzo Reale a Milano nell’ufficio mostre. Ho 23 anni, sto studiando per la mia seconda laurea per tenermi aperta la porta dell’insegnamento e in quel momento neanche so cosa fa esattamente un ufficio mostre di un museo o di uno spazio espositivo.
Questa volta ci arrivo grazie ad un consiglio ed è anche uno dei motivi per cui faccio il video oggi. Mi viene suggerito di dare un’occhiata al servizio civile. All’inizio mi sembra una follia poi comincio a guardare cosa viene richiesto per partecipare, cosa si deve fare poi materialmente in museo e decido di registrarmi per il concorso. Una mattina bellissima d’autunno mi presento in Comune insieme a decine di altre persone perchè ho superato la prima fase e ho il colloquio. Forse il primo o secondo vero colloquio di lavoro.
Sono super emozionata ma sento che è andata bene e alla fine mi prendono. 450 euro al mese con i quali posso finalmente pagare la mia stanza a 350 euro e il resto per la spesa. Non devo chiedere più niente ai miei genitori. E inizio a lavorare in museo. Trascorro un anno fantastico, in cui imparo moltissimo sull’organizzazione delle mostre temporanee, sulla digitalizzazione dei materiali d’archivio e dei cataloghi, sulle ricerche di mercato legate alla valutazione delle attività artistiche. Stupendo ma nel frattempo ho tutti i pomeriggi liberi quindi inizio a lavorare come consulente. Mi divido quindi tra il servizio civile in museo, il lavoro in Archivio e la scrittura di pezzi per alcuni cataloghi.
Quelle offerte che si possono rifiutare
Va avanti così anche quando finisco con il servizio civile. Ad un certo punto mi viene anche fatta una offerta di tirocinio di sei mesi gratuito che poi probabilmente si sarebbe trasformato in lavoro a tempo pieno retribuito. E l’offerta viene da una azienda che si occupa di servizi per l’arte a Milano. Capisco da subito che dovrei rinunciare a troppe cose e che non posso permettermi di lavorare gratis a tempo pieno. Ovviamente il lavoro nello studio d’artista e in archivio è sempre molto intenso ma il fatto di poter portare avanti la scrittura o altre collaborazioni mi entusiasma.
LAVORARE nel mondo dell’ARTE | Consulente e Art assistant
E arriviamo al terzo capito: fra le diverse collaborazioni da consulente mi viene offerto di fare da assistente alla curatela di una mostra legata ad un argomento che in teoria è molto lontano da quello di cui mi sto occupando. Si tratta del gioiello, che ritorna anche grazie alla mia esperienza di 6 anni prima. E inizio a lavorare ad una delle mostre più belle che il Poldi Pezzoli di Milano abbia mai organizzato quella su il Gioiello italiano del XX secolo. Una mostra che è accompagnata da un catalogo che è diventato il testo di riferimento per il settore. E così capisco che sto aiutando a ricostruire la storia del ‘900 in Italia. Un po’ con il lavoro legato all’arte contemporanea e un po’ con la storia del gioiello.
A 26 anni però conclusi i progetti principali a cui sto lavorando e la mia seconda laurea decido di lasciare il lavoro in Archivio da cui ho imparato tutto quello che so e di iniziare una nuova avventura. Voglio andare all’estero.
LAVORARE nel mondo dell’ARTE all’estero | Erasmus Plus in Storia dell’arte
Non so da dove iniziare ma parlo un inglese discreto e l’idea è quella di un dottorato o di un lavoro in museo. Prima scelta l’America dove mando diverse applications e arrivo al colloquio con la Brown e la John Hopkins, che non mi prendono probabilmente perché mi rendo conto adesso di quanto fossi poco preparata al mondo accademico anglosassone.
Seconda scelta l’Inghilterra e arrivo qui grazie all’università di Palermo partecipando all’Erasmus+. In cosa consiste? L’università ti sovvenziona una borsa di studio di circa 400/500€ per un’esperienza di lavoro all’estero. Tu devi trovare un datore di lavoro che è disposto a fare parte del programma. Così mando centinaia di curriculum e lettere ai musei ovunque in Inghilterra. Mi rispondono positivamente in due: un museo sulla storia degli ugonotti in un paesino del Sud e il giorno dopo, quando stavo già per accettare gli ugonotti, mi scrive il Birmingham Museum. Una delle gallerie d’arte più interessanti dell’Inghilterra e la più importante collezione di opere PreRaffaellite del Paese. Non ci penso due volte e accetto.
Inizio a vivere qui e valuto se fare il dottorato a Birmingham, ma dopo un pranzo con il professore che mi avrebbe fatto da punto di riferimento capisco che non siamo sulla stessa lunghezza d’onda. Lui parla di Klimt e io di opere concettuali inglesi del ‘900. Al Birmingham Museum nel frattempo imparo la gestione dei musei inglesi, comincio a fare i primi confronti fra l’ufficio mostre di Palazzo Reale e la gestione inglese. E affronto la mia paura più grande che è quella di lavorare 8 ore al giorno in un’altra lingua a contatto con il pubblico e i colleghi in ufficio. Alla fine, ho imparato moltissimo anche qui.
E finita l’esperienza, finalmente mi si accende una lampadina. Ho 27 anni e capisco che esiste il mondo delle aziende private e ne posso far parte. In Italia avevo collaborato con gallerie private, con case editrici grazie all’Archivio ma non avevo mai cercato lavoro nel mondo del privato.
LAVORARE nel mondo dell’ARTE | La mia esperienza nelle aziende private
Così dopo nove mesi in un’azienda non legata al mondo dell’arte in cui sfrutto il fatto di saper parlare sia Italiano che Inglese ma soprattutto comincio a sentirmi più sicura di me stessa con la seconda lingua, arriviamo al mio lavoro attuale.
Mi occupo da 3 anni di acquisti di oggetti di arredamento e opere per un’azienda americana con diverse sedi nel mondo tra cui Londra. In particolare il mio team si occupa di tutta l’Europa e il Medio Oriente. Quindi da una parte collaboro con i nostri interior designer per l’acquisto dell’arredamento e delle opere e dall’altra mi occupo delle relazioni con i venditori, della negoziazione dei termini di pagamento e della parte contrattuale. Se me l’avessero raccontato 4 o 5 anni fa probabilmente non avrei neanche saputo di cosa si trattava. Ma oggi mi rendo conto che spesso mi sono focalizzata solo ed esclusivamente sui lavori dell’arte che si conoscono, sulle strade più diffuse.
Qualche consiglio dalla mia esperienza di lavoro nel mondo dell’arte
Quindi spero che dal mio racconto possiate trarre due concetti. Il primo è che ognuno di noi ha una storia personale di alti e bassi e che non ha senso fare confronti, ma solo seguire consigli o prendere spunto come ho fatto io per il servizio civile. Capita infatti, come io stessa vi ho raccontato, di essere la persona giusta al momento giusto nulla di più.
E la seconda cosa è che bisogna davvero tenere gli occhi e la mente aperti per trovare il proprio spazio nel mondo del lavoro. Non bisogna concentrarsi solo sulle professioni più conosciute. Spesso mi viene chiesto di dare consigli o vere e proprie raccomandazioni qui in Inghilterra. Però ogni esperienza e percorso sono così personali nelle vittorie e nelle sconfitte. Per cui secondo me è meglio non mettere nelle mani altri la propria carriera, anche se si rischia di sbagliare.
Se volete avere un’idea di dove cominciare ho creato per voi una lista di 20 diverse professioni nel mondo dell’arte. Probabilmente ne avrei potute aggiungere anche altre, quindi ti invito a dare un’occhiata a quel post. O se sei curioso sul mio percorso di studi ti suggerisco di guardare il video dedicato.
Grazie e alla prossima!