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Una delle immagini più sorprendenti dell’arte del Novecento, Guernica è una visione da incubo di violenza, dolore e caos. Il dipinto è pieno di energia ma non c’è colore: solo il bianco, il nero e il grigio. E la sua tavolozza monocromatica, notturna, è a dir poco dolorosa.

Picasso usa forme astratte e visi distorti per creare un’atmosfera di panico e terrore, che vive ancora per noi che osserviamo quest’immagine. Io sono Clelia e oggi scopriamo insieme la Guernica di Pablo Picasso.

Diciamocelo Guernica è un’opera davvero di grande impatto, sia emotivamente che fisicamente. Quando la si scopre per la prima volta al Reina Sofia di Madrid, come è capitato a me anni fa, si rimane sconvolti. È alta più di 3 metri e larga più di sette: praticamente enorme! 

Il contesto politico e sociale

E un’opera così grande non viene realizzata con facilità da nessun artista, neanche da un genio come Picasso. Ma come ha fatto quindi a dipingerla? Il trucco si racconta sia stato usare una scala per spostarsi da una parte all’altra e poterla completare nella sua interezza.

Ma la vera domanda è perchè Picasso si mette così tanto alla prova? È l’inizio del 1937 e viene incaricato di creare un murale per il padiglione spagnolo della fiera del mondo di Parigi. Nasce però un problema, non sa di cosa parlare. Non ha idea di quale possa essere il tema della sua opera e si trova davvero indeciso sul da farsi.

In quel periodo la Spagna è nel bel mezzo della guerra civile e nell’aprile del 1937 avviene qualcosa di sconvolgente e che dà a Picasso finalmente l’ispirazione per procedere con il suo lavoro. La popolazione della piccola città di Guernica nella regione basca della Spagna viene devastata dai bombardamenti dei soldati tedeschi che si accaniscono contro i civili, per ordine del generale spagnolo Francisco Franco. 

Picasso è ovviamente contrario alla guerra e disgustato dall’avvenimento, a maggior ragione dato che si è schierato più volte a favore della Repubblica. Legge così il massacro dei civili indifesi come un’opportunità per attirare l’attenzione del mondo sulla strage appena avvenuta e sulla situazione spagnola. 

Il potere dell’arte

Il messaggio di Guernica contro la guerra diventa, a quel punto, abbastanza chiaro. Ricorda l’opera di un altro artista spagnolo: il 3 maggio 1808 di Goya, che Picasso sicuramente conosce bene. 

Entrambi infatti sono una profonda condanna del massacro di persone innocenti e in fin dei conti sono anche la risposta angosciata alla tragedia e alla sofferenza della guerra in generale. Così capiamo che per Picasso, l’arte è un mezzo potente e vede Guernica come uno strumento politico che può far riflettere le persone e colpire a livello emotivo. 

Non appena esposta, l’opera causa molte contestazioni e controversie e non solo a causa del tema ma soprattutto per via della tecnica e dello stile. Ma il capolavoro di Picasso viene considerato da molti oggi il più grande dipinto del ventesimo secolo. Perchè? In fin dei conti le guerre vengono ancora combattute in tutto il mondo, ma Guernica rimane per noi un vero promemoria della distruttività e della disumanità dell’uomo.

 

I dettagli dell’opera. Analisi della Guernica di Pablo Picasso

Moltissimi sono gli elementi che attirano ognuno di noi appena entriamo a contatto con quest’opera.Scommetto che se ognuno di noi commentasse con il primo elemento che nota nel quadro, scriveremmo tutti un oggetto o personaggio differente. 

La lampadina

Per me il primo dettaglio è la lampada. Una singola lampadina che dal soffitto illumina un’intera stanza in cui regna il panico. Il lampadario ha il bordo frastagliato e suggerisce quasi che la lampadina stia per scoppiare. Viene visto infatti come un riferimento alle bombe incendiarie che cadevano in quel momento su Guernica. Ma i suoi bordi possono anche ricordare qualcos’altro, le ciglia di un occhio enorme che osserva quello che accade e che forse è simbolo per Picasso dell’occhio di Dio. 

Il cavallo

Subito sotto la luce riconosciamo immediatamente la testa di un cavallo. Quando viene chiesta a Picasso un’interpretazione della sua stessa opera appena realizzata, racconta che il cavallo urlante è il simbolo delle persone innocenti. La testa e il collo sono tutti distorti per formare un’immagine drammatica di panico e paura. Il cavallo infatti sembra stia urlando dal dolore, forse per la ferita che ha sul fianco e che sembra quasi un taglio sulla tela.

Il soldato per terra

Nella sua corsa impazzita il cavallo sembra stia per calpestare l’uomo che è sotto di lui e che può essere considerato l’immagine più difficile da interpretare in tutta l’opera.

Il soldato caduto in primo piano ha la testa e il braccio divisi dal corpo e nella mano tiene una spada spezzata. Accanto alla sua spada cresce un singolo fiore che viene disegnato da Picasso delicatamente, forse per rappresentare un debole segno di speranza. 

L’altra mano alla sinistra dell’opera è aperta verso l’alto e porta dei segni, come delle ferite o delle stigmate che potrebbero significare per Picasso il martirio di quest’uomo. 

Madre e figlio

E purtroppo non è l’unica figura che soffre nell’opera. Sempre sulla sinistra troviamo anche una madre che ha fra le braccia il suo bambino. Il viso di questa donna trasmette un senso di profonda angoscia. Butta indietro la testa urlando dal dolore, grida dalla disperazione di aver perso il figlio che ha fra le braccia. E si tratta di un’immagine che involontariamente noi tutti conosciamo bene. Per creare questo personaggio Picasso infatti si rifà alla Pietà di Michelangelo e alla rappresentazione della madre che tiene il figlio senza vita in grembo.

Il toro

Accanto a lei poi Picasso inserisce un importante simbolo in Spagna: il toro. Di solito questo animale rappresenta la forza. E in generale il toro e il minotauro sono un tema molto ricorrente nelle opere di Picasso. Secondo lui, che parliamoci chiaramente aveva l’abitudine di rifiutarsi di interpretare le sue stesse opere, il toro in Guernica è un simbolo di brutalità. 

Questo toro, tuttavia, se lo guardate bene non sembra particolarmente aggressivo. Forse quindi l’immagine è intenzionalmente ambigua. Da una parte un’immagine di forza per invogliare il Paese a riscattarsi e dall’altra quella di un animale che sta soffrendo. Inoltre, non è chiaro se il toro stia contraendo la coda o se la coda sia in realtà in fiamme. Fatto sta però che questo animale sembra quasi impotente di fronte al massacro che sta avvenendo, e ci guarda con un’espressione particolarmente umana.

Figura che brucia a destra

Sulla destra dell’opera una figura umana è completamente travolta dalle fiamme. Si trova simmetricamente all’opposto della donna con il bambino fra le braccia e sembra in un certo senso farle eco. Anche questa figura sta urlando al cielo. Non si capisce se sia un uomo o una donna, giovane o anziano ma poco importa perché purtroppo la guerra colpisce tutti in maniera indiscriminata. Le fiamme sembrano dirigersi tra l’altro al di fuori del quadro, verso la finestra e i palazzi sullo sfondo, come per suggerire l’idea che tutto il resto della città stia andando in fiamme. 

Donna fluttuante

E proprio da una porta/finestra sembra invece entrare quasi volando un’altra figura centrale di quest’opera. Mi riferisco alla testa donna che sembra appunto fluttuare a mezz’aria. Tiene in mano solo una candela o una lampada ad olio, difficile da dirsi. Lo stile di questa testa non si può negare ricorda moltissimo il Surrealismo e potrebbe portare l’illuminazione sulla scena. Ma perchè accostare gli unici due simboli di luce uno vicino all’altro? La candela, infatti, si trova a pochi centimetri dall’unica altra fonte di luce, la lampada. 

Un’interpretazione di questi due simboli li contrappone per far scontrare la modernità e l’oscenità della guerra, quindi la lampada elettrica, e la leggerezza e la fragilità della tradizione e quindi della candela. Una teoria però che Picasso non ha mai confermato essere vera. 

La composizione dell’opera

Sembra chiaro da quanto ci siamo detti che Picasso nasconde diversi motivi di morte in Guernica e che tutti sembrano funzionare a livello emotivo in maniera sottile e sconvolgente. Non ci accorgiamo neanche inizialmente del perchè siamo così catturati da questa immagine, eppure ci fa subito emozionare. 

Dal punto di vista della composizione il centro dell’opera è il cavallo e c’è un elemento sottile che quasi nessuno nota quando lo guarda. Le sue narici e i suoi denti se presi come elemento singolo formano un cranio, simbolo di morte. Un altro elemento che si aggiunge ai numerosi simboli di morte e aiuta ad aumentare inconsciamente il senso di angoscia.

La vita di Pablo Picasso

Ma per comprendere quest’opera così ricca di significati forse dobbiamo fare un passo indietro e capirne un po’ di più della carriera di Picasso.

Nato a Malaga, in Spagna, Picasso è uno studente abbastanza sveglio e soprattutto un bambino prodigio in campo artistico. Da giovane artista vive e si forma in una delle mie città preferite al mondo, Barcellona per poi spostarsi in una delle capitali dell’arte in Europa: Parigi.

La prima parte della sua carriera viene definita Periodo blu, poichè la maggior parte delle sue opere presentano delle figure malinconiche tutte rappresentate con i toni del blu. L’evoluzione di questo stile, poi, è sempre caratterizzata da un colore, il rosa e viene appunto definito Periodo rosa, in cui Picasso usa rosa e grigi per creare delle atmosfere meno tetre ma comunque di riflessione. 

Tra il 1909 e il 1914 insieme all’artista e amico Braque Picasso diventa una delle figure di spicco nello sviluppo del cubismo a Parigi e dopo la prima guerra mondiale prende parte a un movimento chiamato risveglio del classicismo. Ma la sua storia dal punto di vista tecnico e tematico non finisce qui: si avvicina infatti intorno al 1925 al movimento surrealista e dopo la seconda gurra mondiale dedica molto del suo tempo e attenzione alla ceramica. 

Il lavoro di Picasso, quindi, passa attraverso molte fasi che hanno caratterizzato gli anni della sua vita e sono state influenzate a loro volta dagli avvenimenti personali ma anche politici e sociali come nel caso di Guernica. Inoltre, molte fasi vengono ispirate dalle donne nella sua vita tanto quanto dall’arte medievale e africana, dalle corride, dalla mitologia e diversi altri elementi che sono oggi la chiave per noi per intepretare le sue opere e il suo tempo. 

Se sei arrivato fin qui benvenuto nel #arteclub per tutti gli appassionati d’arte che hanno voglia di scoprire qualcosa in più sull’opera o l’artista del giorno. Preparati per scoprire la chicca del video di oggi!

I dipinti di guerra

Le strazianti realtà della guerra sono state catturate negli stessi anni di Picasso anche prima da numerosi altri artisti, che a volte dipingevano dal fronte come soldati e a volte invece venivano inviati dai governi come veri e propri reporter. La Spagna del periodo della guerra civile è un Paese in cui Picasso non viene chiamato alle armi ma conosce gli orrori della guera attraveso questi potenti dipinti delle battaglie o alcune fotografie sui giornali in bianco e nero. 

Uno degli artisti più noti per queste rappresentazioni è l’americano John Singer Sargent, che visita il fronte occidentale, e realizza nel 1919 Gassed, un dipinto straziante di due metri per sei quindi poco più piccolo della Guernica, che mostra una fila di soldati accecati dal gas. Bendati e spintonati l’uno sull’altro, i soldati si spostano con dignità fra gli orrori della guerra attraverso il campo di battaglia, in un’immagine completamente differente da quella di Picasso pur essendo sullo stesso tema. 

Conclusione

E se anche tu come me sei affascinato dalle opere di Picasso ti suggerisco di dare un’occhiata al mio video sui 50 fatti che hanno caratterizzato la sua vita e le sue opere. E se non vuoi perderti i prossimi video iscriviti al canale attiva la campanella. Grazie e alla prossima! 

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