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Dietro un vetro antiproiettile nel museo più visitato al mondo, il Louvre, Mona Lisa (ovvero La Gioconda) rivolge uno sguardo sfuggente alle sue folle adoranti. Il mistero che circonda questa donna non è so lo legato alla sua identità dibattuta, ma anche e soprattutto alla sua espressione ambivalente.

Come se fosse su un terrazzo, con uno sfondo immaginario, Mona Lisa si gira leggermente verso di noi, sorridendo a mezza bocca e scrutandoci quasi dritto negli occhi. I bordi di due colonne appena visibili la incorniciano mentre le sue braccia conserte ci tengono a distanza. 

Leonardo stabilisce con questa straordinaria immagine una connessione psicologica tra il soggetto e lo spettatore, una vera innovazione nei ritratti che è stata presto seguita da altri artisti del suo tempo. Io sono Clelia e oggi scopriamo insieme la Mona Lisa di Leonardo da Vinci. 

Si sa, Leonardo è una celebrità del Rinascimento. Famoso per la sua straordinaria quantità di talenti sia in campo artistico che scientifico, è considerato uno dei principali creatori dello stile rinascimentale.

La commissione del ritratto

Non ci sono documenti esistenti di una commissione per questo ritratto ma ciò che sappiamo del soggetto viene dalle biografie dell’artista. Probabilmente è Lisa Gherardini, moglie di Francesco del Giocondo, un ricco mercante fiorentino, da cui l’altro titolo, la Gioconda, mentre Monna significa “signora”. L’acquisto di una nuova casa da parte di Giocondo nel periodo in cui il ritratto viene dipinto, o la nascita del terzo figlio della coppia nel 1502, sono entrambe ragioni plausibili per la commissionare dell’opera. 

Ma soprattutto non si sa se la posizione della donna sia stata richiesta da lei stessa o voluta così da Leonardo. Fatto sta che la Gioconda è seduta in una composizione a mezzo busto, uno dei primi esempi italiani di questo tipo di posa in un ritratto.

Descrizione dell’opera

E c’è qualcosa di magico nel ritratto di Monna Lisa. Sembra quasi che ci sia una persona reale lì davanti a noi. La pelle morbida, i capelli brillanti e gli occhi che brillano sono tutti elementi ottenuti grazie all’attenzione di Leonardo per i dettagli. È vestita in modo semplice e rilassato, ma è famosa soprattutto per il suo sorriso, spesso descritto come enigmatico. È difficile determinare il suo umore solo dalla bocca o dagli occhi. Un sorriso appare sulle sue labbra, ma gli occhi non mostrano alcun segno di umorismo.

Il sorriso enigmatico

Ma come ha fatto Leonardo a ottenere questo effetto?  In diverse delle sue opere introduce una nuova tecnica pittorica: lo sfumato. E fa lo stesso con il sorriso della Gioconda che viene creato grazie a un uso sottile di toni sfumati. 

Viene usato qui con grande effetto e dona al sorriso della Gioconda una misteriosa morbidezza. Le sue labbra si inclinano dolcemente verso l’alto ai bordi, ma la sua espressione è difficile da leggere. Accanto ad altri aspetti della sua posa, questo conferisce a Mona Lisa un’aria di calma e pace.

Contatto con gli occhi

Ma non è l’unico dettaglio che fa la differenza in questo ritratto.Solitamente quando incontriamo qualcuno ci viene naturale guardare qualcuno negli occhi. E Leonardo questo lo sa. Come nel caso di molti altri ritratti, anche in questo dipinto gli occhi di Mona Lisa sembrano guardarci dritto e seguire i nostri movimenti. Leonardo ottiene questa illusione dirigendo l’occhio sinistro esattamente verso lo spettatore e posizionando l’occhio destro leggermente di lato. Un trucco che non si nota a prima vista, ma fa davvero la differenza!

Braccia e mani della Gioconda

La Mona Lisa però non ha un’aria al 100% amichevole. Le sue braccia conserte infatti formano la base di un triangolo che si estende da ciascun braccio fino alla testa. Leonardo utilizza questa tecnica compositiva per collocare la sua modella all’interno di uno spazio armonioso, in senso geometrico, piacevole alla vista. Ed è da notare, inoltre, che la Gioconda non indossa né anelli né bracciali e le sue mani sembrano giovani, carnose.  E in fin dei conti, le mani e le braccia sembrano rilassate, come se fosse seduta comoda.

Le maniche dell’abito

Rimanendo in tema braccia, l’intelligente applicazione della pittura ad olio da parte di Leonardo è visibile nella composizione e nei toni delle maniche della veste. In origine queste maniche si dice fossero color giallo zafferano, ma il pigmento con il tempo sembra essersi sbiadito e la vernice applicata sulla superficie per conservare la vernice si pensa abbia scurito il colore.

I capelli di Monnalisa

Spostando invece lo sguardo sui capelli della Mona Lisa non so se hai mai notato che in questa parte del dipinto si può vedere un velo scuro. Probabilmente serve a indicare la sua virtù…e fin qui nulla di strano per il tempo. Ma la cosa interessante è che l’attaccatura dei capelli e le sopracciglia potrebbero essere state strappate. Si tratta di una moda del periodo, Lisa quindi è una donna che ha la possibilità e la voglia di seguire le tendenze di allora.

Il ponte in prospettiva

Subito dietro la spalla destra, si intravedono le arcate di un ponte che attraversa un fiume. Come anche altre parti di questo paesaggio immaginario, Leonardo lo ha dipinto in modo che si possa guardarlo dall’alto. Gli occhi di Mona Lisa, tuttavia, sono allo stesso livello di quelli dello spettatore, il chè rende il tutto quantomeno strano.

Il paesaggio sfocato

L’aspetto sfocato del paesaggio viene ottenuto grazie una tecnica spesso applicata da Leonardo e chiamata velatura. Come funziona? La pittura ad olio viene diluita e resa quasi trasparente e gli strati di colore vengono applicati uno sull’altro. Ogni strato di vernice deve essere asciutto prima che venga applicato il successivo. Il blu enfatizza l’effetto onirico del paesaggio e contribuisce a creare l’illusione che lo sfondo si stia quasi allontanando.

Il sentiero tortuoso

E sempre in tema di paesaggio, in alcuni disegni, Leonardo aveva già utilizzato l’idea di un lungo sentiero o di un fiume per guidare l’occhio dello spettatore in lontananza. Visivamente, l’elemento sembra semplicemente essere parte del paesaggio, ma il l’idea è usata in modo molto intelligente per dare profondità al dipinto e per far apparire lo spazio meno piatto e monodimensionale.

La tecnica utilizzata per il drappeggio

Sembra chiaro quindi che Leonardo abbia studiato ogni aspetto del ritratto, abbozzando ogni parte individualmente e in anticipo. Questa attenzione ai dettagli a dir la verità non è così comune fra gli artisti del suo periodo e ha di certo contribuito a dare ai suoi dipinti la loro qualità realistica.

Lo studio del drappeggio in quest’opera dimostra come Leonardo abbia modellato il materiale usando carboncino, gesso e lavaggio per creare l’impressione di pieghe. Ha usato la stessa tecnica con la pittura ad olio sulle maniche della Gioconda. Ma coma ha fatto? In pratica ha intinto degli stracci nel gesso per capire come dipingere i panneggi. L’intonaco ha tenuto fermo il tessuto e ne ha enfatizzato le pieghe, dando così a Leonardo il tempo di realizzare disegni dettagliati sulla base di un modello reale. 

Il Ritratto nel Rinascimento

E diciamocela tutta, è questo che fa la differenza nelle sue opere: non lascia nulla al caso. In questo periodo, per esempio, la moda dei ritratti è quella di dipingere le donne come figure mitologiche, religiose o storiche che rappresentano tratti femminili desiderabili come la bellezza e la grazia. Questi ritratti hanno la caratteristica di esagerare i lineamenti femminili per realizzare questi ideali: i nasi e il collo sono spesso allungati. Monna Lisa, invece, non è rappresentata come una dea o una madonna.

Leonardo va in un’altra direzione: celebra i lineamenti perfettamente equilibrati di questa donna senza alcun bisogno di abbellimenti allegorici o gioielli decorativi o costumi, e rompe così completamente con la tradizione. 

La vita di Leonardo

Ma probabilmente per capire come questo genio riesca sempre a uscire fuori dagli schemi dovremmo fare un passo indietro e scoprire poco di più della sua storia personale. 

Nasce a Vinci, un paesino vicino a Firenze, e inizia la sua carriera come apprendista nella bottega di Andrea del Verrocchio. Da lì, muove i suoi passi tra Milano e Firenze, fino a trasferirsi in Francia, dove trascorre gli ultimi anni della sua vita. 

La sua curiosità lo porta a produrre pochi dipinti completamente finiti, ma lascia dietro di sé una grande quantità di disegni e appunti incredibilmente dettagliati su temi come l’anatomia, il volo degli uccelli e insetti, le forme delle rocce e delle nuvole, e gli effetti dell’atmosfera sulla natura. Tutte le sue annotazioni influenzano la sua arte, in cui combina la grandiosità della forma con la calma dell’atmosfera e con dettagli minuziosi.

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Questa immagine iconica della Mona Lisa è diventata un’icona nella nostra società ma è anche stata radicalmente utilizzata e modificata nel corso dei secoli. Probabilmente l’utilizzo  più famoso è quello di Marcel Duchamp nel suo “readymade” del 1919, L.H.O.O.Q..

Duchamp disegna infatti barba e baffi su una cartolina del ritratto della Gioconda con le stesse lettere del titolo del suo lavoro, scritte subito al di sotto dell’immagine. Si tratta di un gioco di parole che in francese suggerisce che Mona Lisa è una donna sessualmente disponibile. Le ragioni dietro una mossa del genere sono davvero milioni e l’analisi della stessa opera di Duchamp potrebbe richiedere ore. C’è da dire, però, che la motivazione più forte che potrebbe aver spinto l’artista del ‘900 è di certo il voler introdurre una discussione sull’importanza e il senso dell’arte per la società tanto quanto voler discutere della ambiguità di genere nel soggetto dell’opera di Leonardo.

Conclusioni

E se questo articolo sulla Mona Lisa di Leonardo ti è piaciuto ti consiglio di condividerlo con altri appassionati d’arte e di dare un’occhiata al video sui furti più famosi della storia perchè la Gioconda è la protagonista del primo dei miei racconti. Grazie e alla prossima!

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