Cosa è la critica d’arte?
Cosa è la critica d’arte? Questa è una delle prime domande che sorge spontanea per gli amanti dell’arte. Per tutti quelli che sono immersi nel mondo dell’arte sia per passione che per lavoro. Ed è da sempre la stessa. Legata poi alla domanda un po’ più subdola. Chi è il critico d’arte? E cosa fa esattamente nella vita?
In questa brevissima storia della critica d’arte cercherò di dare un’idea generale che con il tempo e l’evoluzione è naturalmente cambiata. L’argomento non è semplice. Si entra in campi come l’estetica, la filosofia, la fenomenologia delle arti.
Definizione
Cosa è la critica d’arte? Da dizionario si legge alla voce Critica d’arte. “Disciplina che ha per oggetto la formulazione di giudizi su prodotti artistici del passato e contemporanei”. In senso lato nella critica d’arte vengono compresi anche quei generi letterari che trattano dei fenomeni artistici e dei loro massimi rappresentanti.
Il critico d’arte, quindi, sembrerebbe essere colui che formula giudizi in rapporto alle sue conoscenze, al suo gusto e al proprio tempo.
Pt.1 L’Antica Grecia. Platone
Ma proviamo a ripercorrere la storia a ritroso, concentrandoci oggi sui primi scritti dell’arte che compaiono nell’Antica Grecia.
Platone per primo formula il principio dell’arte come imitazione della natura. Dandole, quindi, un significato sostanzialmente negativo. Rifacendosi alla dottrina delle idee afferma che un bel fiore, ad esempio, costituisce la copia o l’imitazione delle idee universali di fiore e di bellezza. Essendo il fiore visibile inferiore di un grado rispetto alla realtà delle idee, il quadro che rappresenta il fiore è allora inferiore di due gradi rispetto alla realtà delle idee. L’opera è dunque una imitazione dell’imitazione. La creazione artistica vede negato perciò ogni valore nel sistema filosofico di Platone che la relega al ruolo di mìmesis fùsis (imitazione della natura).
Pt.1 L’Antica Grecia. Aristotele
Insieme a Platone l’altro grande filosofo greco Aristotele formula i primi principi dell’arte. E detta i canoni per la nascita di una nuova figura di artista.
La posizione filosofica di Platone implicava che l’artista non fosse il detentore della conoscenza. Quindi, che egli non avesse piena coscienza di ciò che stava producendo. Aristotele nei suoi scritti individua nell’artista la figura di colui che aveva la responsabilità della creazione artistica. Svincolata dalla semplice imitazione delle idee, la fa risultare protagonista cosciente della rappresentazione stessa.
Era nella perfetta sintesi tra materia e forme, nella qualità e nelle proporzioni delle singole opere che Aristotele. Egli sposta l’obiettivo dall’astratto dell’idea alla concretezza delle forme e l’artista si ritrova protagonista cosciente della rappresentazione estetica.
Pt.1 L’Antica Grecia. Gli altri
Cosa è la critica d’arte nell’antica Grecia, quindi? La critica d’arte, intesa nell’accezione moderna di specifico genere letterario non esisteva nell’antichità classica. Anche perché l’attività artistica, in quanto lavoro manuale, veniva di fatto assimilata a quella artigianale, umile, anonima, poco degna di considerazione. Lo stesso termine greco téchne e l’equivalente latino ars indicavano la capacità manuale di produrre gli oggetti più che la creatività ispiratrice. Non per questo gli artisti e le opere erano del tutto assenti nella letteratura classica. É da notare però che essi comparivano soltanto nel genere biografico, attento alle curiosità. Oppure nelle brevi trattazioni dedicate ai contenuti, ma quasi sempre esenti da giudizi estetici.
Duride di Samo e le prime bio d’artisti
Tra le più importanti fonti greche del IV secolo troviamo Duride di Samo, che scrive le prime biografie di artisti. Ed oltre ad interessanti curiosità sulle loro vite vi sono anche trattati sull’importanza della perfezione dell’opera d’arte. L’opera doveva essere direttamente proporzionale alla verosimiglianza raggiunta e degna di ammirazione quando non denunciava gli artifici adottati per ottenere l’effetto dell’illusione ottica.
Senocrate di Samo. Scultore e storico
Lo scultore Senocrate di Samo nel III secolo narra l’evoluzione dell’arte attraverso le storie degli autori e oltre a diventare uno dei primi storici dell’arte individua anche quattro categorie più precise di giudizio: la simmetria della composizione, il ritmo, l’accuratezza dell’esecuzione e l’effetto visivo complessivo.
L’Anonimo del Sublime
Il lavoro del primo e più grande critico nella storia antica l’Anonimo del Sublime risulta complesso ma ben articolato. Il trattato è definito anonimo in quanto non è ancora stata approvata l’ipotesi che si possa attribuire ad alcuni letterati greci del I secolo. Risulta importante nella storia della critica letteraria e d’arte. All’interno vi sono esposti in maniera ordinata e analitica tutti quelli che dovrebbero essere i canoni antichi di perfezione di un testo oratorio. Questi sono l’attitudine alle grandi concezioni, passione profonda e ispiratrice, speciale foggia delle figure, nobiltà dell’espressione e composizione. Perfettamente attribuibili a un’opera visiva.
Pt.2 Roma
Cosa è la critica d’arte nell’Antica Roma? Nell’Antica Roma, dalla scarsa critica d’arte come formulazione da parte di intellettuali e filosofi di veri e propri canoni estetici, nasce la storia dell’arte e la ricerca. La prima guida artistica venne compilata, infatti, nel II secolo d.C. da Pausania il Periegeta che dedica i suoi studi ai monumenti e alle sculture greche e romane.
Pt.2 Il Medioevo
Il periodo successivo alla caduta dell’Impero romano è sicuramente un periodo un po’ “morto”. Nell’Alto Medioevo non veniva riconosciuto un valore nobile all’attività artistica, subordinata come tutte le altre discipline alla teologia. Le opere venivano giudicate tenendo conto esclusivamente dei materiali utilizzati (più o meno preziosi) e del numero delle figure dipinte o scolpite. Non erano comunque contemplate opere che non riguardassero la realtà terrena o ultraterrena. Gli unici scritti sull’arte di questo periodo erano manuali pratici sulle tecniche artistiche, come ad esempio l’opera del monaco tedesco Teofilo Diversarum artium Schedala.
I primi veri giudizi estetici medievali riguardanti opere d’arte contemporanea giunti fino a noi si riferiscono a Giotto e vengono espressi da scrittori come Dante, Boccaccio e Petrarca. Sappiamo che quest’ultimo tra l’altro possedeva anche delle opere del maestro fiorentino, da lui giudicato “egregio pittore” e che era intimo amico di Simone Martini.
Pt.2 Umanesimo. Leon Battista Alberti e Lorenzo Ghiberti
Solo con l’Umanesimo il ruolo sociale dell’artista inizia ad essere riconosciuto, anzi a godere di grande considerazione. La rivalutazione dell’arte antica e di quella contemporanea, accompagnata dalla rinascita del collezionismo, determinano il fiorire della letteratura artistica. Molti artisti redigono trattati teorici di pittura, scultura e architettura e addirittura di storia delle arti. Da ricordare in questo ambito sono infatti i lavori di grandi artisti come Leon Battista Alberti e Lorenzo Ghiberti, i quali si dedicano alla scrittura delle proprie opere con il fine ultimo di suggerire ai colleghi una preparazione completa, attraverso la quale forgiare una diversa figura d’artista.
Pt.2 Rinascimento. Giorgio Vasari
Cosa è la critica d’arte nel Rinascimento? Una volta rinnovata la stima per l’arte e per gli artisti, si privilegia il filone delle biografie considerate più importanti per lo sviluppo dell’arte e la storia viene concepita secondo un criterio evoluzionistico e divisa per età.
Il testo più organico e coerente dell’epoca è quello di Giorgio Vasari Vite de’più eccellenti architetti, scultori e pittori italiani del 1550: in ogni biografia l’autore esprimeva giudizi sull’attività e sulle singole opere di maestri del passato e contemporanei, suddividendo inoltre la storia dell’arte italiana in periodi e scuole e indentificando i diversi stili.
Sull’onda del successo del testo di Vasari, le biografie degli artisti e i trattati d’arte si moltiplicano, sia in Italia che negli altri paesi d’Europa.
Pt. 3 Seicento e Settecento. La nascita del critico d’arte
Cosa è la critica d’arte nel ‘600 e nel 700? Nel Seicento e Settecento la critica e la storia dell’arte diventano discipline autonome, praticate da letterati e intellettuali più che dagli artisti. Nasce così una terminologia specifica, si elaborano teorie dell’arte e precisi criteri di giudizio.
La teoria classicista prevale a lungo sulle altre. Con la nascita delle accademie d’arte si afferma una critica conformista, che giudica le opere in base al confronto con modelli antichi, principalmente con capolavori di Raffaello, dei Carracci e di Poussin.
L’antiaccademismo
Presto, tuttavia, nascee in Italia una critica contrapposta a quella ufficiale: l’antiaccademismo. Trova infatti valide voci in scrittori come Marco Boschini e Roger De Piles. Richiamano l’attenzione su altri valori propri della pittura, oltre quelli tradizionalmente riconosciuti del “disegno” e della “idea”. Ad esempio il colore, l’espressione, la composizione. Il critico francese De Piles, in particolare, si applica a studi approfonditi. Cerca di definire gli elementi essenziali che rendono grande la pittura di imitazione del vero. L’invenzione, la composizione, il chiaroscuro e il paesaggio. De Piles agisce in una visione di ampio respiro europeo.
I Salons di Diderot
È comunque in Francia, con le recensioni delle esposizioni d’arte periodiche (I Salons) che si affemano la moderna critica d’arte e la figura del critico. I Salons di Denis Diderot, del 1737, ne rappresentano il primo esempio: il critico d’arte prendeva posizione e cercava di influenzare gli orientamenti artistici e il gusto del pubblico.
Pt. 3 Ottocento. La critica militante
Cosa è la critica d’arte nell’Ottocento? Nell’Ottocento, con Charles Baudelaire, nasce la vera e propria critica militante, praticata da poeti e letterati, e soprattutto da critici di professione. La grande diffusione del collezionismo, l’ampliarsi del mercato d’arte, il moltiplicarsi delle correnti artistiche contemporanee, l’eco dei concorsi pubblici di pittura e scultura portano alla ribalta la critica d’arte come genere letterario e autonomo.
I critici hanno ora a disposizione spazi e sedi dove esprimersi: pubblicano articoli sulla stampa periodica, partecipano a cnferenze e preparano presentazioni di mostre.
Pt. 3 Novecento. La distinzione tra critico e storico dell’arte
Cosa è la critica d’arte nel Novecento? Nel Novecento addirittura possono fare udire la loro voce anche attraverso la radio e poi la televisione. Il riconoscimento e la compresione da parte del largo pubblico delle avanguardie artistiche nel XX secolo si deve in gran parte agli scritti della critica militante: pensiamo solo alla risonanza che hanno avuto gli interventi di personalità quali Guillame Apollinaire e Andrè Breton, sostenitori del cubismo e del surrealismo o al ruolo di Germano Celant per l’Arte Povera e di Achille Bonito Oliva per la Transavanguardia italiane.
Infine, c’è da considerare che la critica militante, occupandosi sempre d’arte contemporanea, presuppone l’adesione a determinate poetiche e correnti artistiche.
Nasce così finalmente la distinzione tra critico d’arte e storico dell’arte, il secondo concentrato sulla riscoperta degli avvenimenti del passato. Una divisione del lavoro complessa e necessaria ma al tempo stesso inesistente in alcuni casi della nostra storia contemporanea.
Raffaello, Scuola di Atene, affresco, 5×7,7 mt, Musei Vaticani, Città del Vaticano
#letturedarte
Il mio consiglio in tema Critica d’arte e Rinascimento non può che essere Le vite di Vasari. Un must divertente da leggere in tutte le occasioni, in inverno con una tazza di tè ma anche in estate sotto l’ombrellone.