Ben Vautier J’ai tres peur que l’on parle plus de Ben
Ben Vautier, scopriamo insieme l’artista. Tra lo scadere degli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta del Novecento inizia un lungo processo di rinnovamento nel modo di intendere l’arte nella tradizione occidentale. Giunge a completa maturazione il superamento della centralità dell’opera, dell’oggetto artistico, a favore di una nuova centralità del processo, dell’azione e del comportamento.
La ricerca estetica estrema, al di là della sfera sensoriale, diviene la chiave di volta del ragionamento artistico del gruppo Fluxus. Nato nel 1961 su iniziativa di alcuni artisti radunati intorno alla figura del lituano George Maciunas.
Ben Vautier e i suoi aforismi
Nel 1962 fra gli artisti invitati a far parte del gruppo vi è anche Ben Vautier, artista francese nato in Italia nel 1935. Noto per i suoi aforismi tracciati in bianco su fondo nero, presenta come opere d’arte delle brevi frasi, scritte spesso a mano libera, che posseggono una loro logica ovvia e, proprio per ciò, paradossale: “l’arte è morta”, “l’arte è viva”, “io sono”, “attendo la guerra”.
Diverse sono le opere in giallo sempre su fondo nero ma non molte quelle color avorio su fondo rosso, come J’ai tres peur que l’on parle plus de Ben del 1971.
J’ai tres peur que l’on parle plus de Ben. L’opera
La sua è una dichiarazione, uno statuto, un’affermazione che in questo caso non riguarda l’arte ma la figura stessa dell’artista, dell’uomo Ben Vautier quale creatore, una paura personale che non crea fraintendimento né appare misteriosa, come invece accade in altre opere.
Dichiara la paura di non rimanere nella storia, quella di non sentire più pronunciare il suo nome. Una paura umana, ancor di più se si tratta di un artista…
Ben Vautier. La sua storia
Il lavoro, inoltre, è stato parte integrante della collezione del famoso gallerista e collezionista Gunter Sachs, figura di spicco nel panorama culturale del secondo Novecento europeo, promotore del movimento Pop in Europa e grande amico di Andy Warhol.
Vautier dopo diversi viaggi nei paesi del Mediterraneo orientale, l’apertura di un negozio di dischi d’occasione e una lunga ricerca artistica da autodidatta, legata principalmente alla figura del grande maestro Marcel Duchamp, Vautier nel 1962 raggiunge Spoerri a Londra e lì incontra Maciunas.
Diviene così uno dei fautori e grande propagandista del movimento, promuovendo le azioni in strada, le performance e gli happenings, attraverso la creazione di un teatro totale e l’accettazione dell’identità fra arte e vita.
Nel 1978 fonda La Différence, rivista in cui si fa promotore e difensore delle minoranze etniche.
Persegue negli anni l’obiettivo, condiviso già all’interno del movimento Fluxus, di un’innovativa arte totale.
Mi piacerebbe che si dicesse un giorno che sono comunque qualcuno…e che ero necessario in un certo momento per produrre una nuova situazione.
Ben Vautier
J’ai tres peur que l’on parle plus de Ben, 1971, acrilico su tela, 130×97 cm.