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L’arte è solo nei musei – MITO DA SFATARE

L’arte è solo nei musei? Oggi ho voglia di raccontarvi qualcosa di nuovo. Infatti partirà sul blog come sul canale, la rubrica Miti da sfatare. Per miti di sfatare intendo tutte quelle idee che esistono sull’arte e che non vogliamo cambiare o modificare.

La prima di queste è che tutta l’arte sia nei musei. Per molti di voi questa affermazione sembrerà ovviamente falsa. Probabilmente penserete che non ci sia bisogno di sfatare un mito di questo genere.

Mi piace però iniziare questa mia nuova rubrica proprio con questo argomento: è ovvio che non bisogna andare per forza e soltanto in giro per musei per apprezzare le opere d’arte.

Però il binomio tra Arte e museo è così forte e diffuso tra di noi da portarci a pensare spesso che sia l’unico luogo dedicato all’arte.

Il binomio Arte = Museo

La cosa più naturale per tutti è associare una città ad un luogo che la rappresenta e senza accorgercene spesso questo corrisponde ad un museo: il Moma a New York, il Louvre a Parigi, il Prado a Madrid, la National Gallery a Londra o gli Uffizi a Firenze.

Siamo infatti portati quando viaggiamo a visitare fra le prime mete almeno un museo, il più iconico di una determinata città.

Dati alla mano in Italia sono presenti più di 4000 musei e i visitatori negli ultimi quattro anni sono cresciuti fino ad arrivare a più di 45 milioni lo scorso anno.

Ma l’arte è davvero soltanto all’interno dei musei?

L’arte in realtà si manifesta in tante diverse forme e in migliaia di luoghi inaspettati. E se Instagram è in questo momento il luogo in cui siamo tutti, si può certo dire che l’arte si trova anche lì.

L’opera d’arte pubblica

In ogni città, piccola o grande che sia, c’è sempre ad esempio almeno un’opera d’arte pubblica, spesso una scultura.

Questa idea di arte risale agli inizi della storia quando grandi pietre o statue di bronzo raffiguranti divinità, generali o imperatori torreggiavano nei più importanti spazi della vita pubblica. Questo modo di presentare l’arte è sicuramente precedente a qualsiasi museo ed anche molto più comune. Un’opera d’arte pubblica è quasi sempre vista molto di più di qualsiasi capolavoro esposto in un museo.

La statua di Nelson e dei quattro leoni che proteggono la sua colonna a Trafalgar Square a Londra, per esempio, è vista da molte più persone rispetto alla Vergine delle rocce di Leonardo, conservata proprio lì di fronte alla National Gallery.

Negli ultimi decenni l’idea tradizionale di scultura pubblica si è completamente trasformata assumendo forme astratte nelle opere di Moore o Kapoor, di Oldenburg o Indiana.

Le strade e le piazze sono adesso animate da una grande varietà di stili e fanno concorrenza ai musei delle nostre città. Il vero pregio delle opere che ci circondano è quello di avere la possibilità di reagire. Contribuiscono all’evoluzione dell’ambiente circostante in un modo che non sarebbe possibile in nessun white cube.

Ad esempio i Dog Balloons di Jeff Koons sono di certo di maggior impatto e forza poetica nella grande dimensione all’aperto quando il sole riflette gli edifici circostanti sulle loro forme rispetto alla versioni ridotte che si possono trovare in un museo o in una galleria.

La street art

Ma la scultura pubblica non è l’unica forma d’arte fuori dai musei. La street art, proprio come indica il nome ci circonda ed è ormai comune in molte grandi città.

Ancora più della public art la street art si confronta con l’ambiente circostante e lo caratterizza. Varia spesso, ha una vita a volte breve e i temi sono solitamente legati alla politica o alla satira. Le opere di street art attirano la nostra attenzione per le strade. Ciò la rende una delle forme d’arte più fotografate al mondo, seconda solo all’architettura. Ma al tempo stesso, per sua natura, non potrebbe essere ospitata all’interno di un museo.

Interi quartieri come Camden a Londra sono ricchi di opere d’arte che si integrano completamente con l’ambiente circostante, contribuendo a caratterizzare quel luogo e farlo ricordare proprio per l’atmosfera magica che ci si respira.

Ma la street art contribuisce anche a dare nuova veste a luoghi simbolo della nostra storia come il muro di Berlino, lasciando spazio alla libertà dell’arte di riqualificare il luogo.

Altri luoghi dell’arte

Ma vi sono anche luoghi non all’aperto che ospitano grandi capolavori ma non possono essere considerati al tempo stesso dei musei. Pensiamo alle gallerie private, alle mostre che precedono le grandi aste o agli studi d’artista o gli archivi.

A differenza della public e della street art questi non sono spazi sempre accessibili però non vi deve essere timore nel visitarli quando si ha la possibilità.

Galleria privata

Prima fra tutte la galleria privata che sia che ospiti un giovane artista, sia che proponga un progetto di mostra legato ad un grande nome è un luogo che ha una missione che va al di là della vendita della singola opera.

La nostra storia dell’arte è stata fatta anche da grandi galleristi come Paul Duran Ruel. Il primo a scommettere sugli impressionisti e a rendere grande il loro nome oltreoceano. E chi di noi avrebbe perso l’opportunità di godere degli impressionisti solo per puro timore di entrare nella galleria di Rouen?

Quindi sia vestiti bene che non, sia in viaggio che nelle vostre città se la vostra attenzione è stuzzicata da un’opera in vetrina non pensateci due volte, entrate e se volete fate pure finta di voler comprare un’opera da centinaia di migliaia di euro.

Case d’asta

Stesso discorso vale per esposizioni nella case d’asta. Grandi capolavori di collezioni private vengono venduti in asta e passano dalle mani di un collezionista ad un altro.

Quella dell’esposizione o dell’asta stessa potrebbe essere, quindi, l’unica occasione della vostra vita per vedere proprio quell’opera dell’artista che tanto amate. Quindi ogni lasciata è persa, non fatevela sfuggire!

Studi o Archivi d’artista

Un’altra occasione per poter vedere da vicino e spesso senza filtri un’opera d’arte è quella di visitare direttamente lo studio dell’artista che l’ha realizzata. Certo questa non è la via più semplice ma il fenomeno dell’apertura degli studi e degli archivi si sta diffondendo sempre di più tanto che negli ultimi anni è stato organizzato perfino lo Studi Festival. Il festival delle mostre degli studi degli artisti. Tre giorni per partecipare a incontri, bere un birra e scambiare due chiacchiere con artisti giovani e meno, emergenti ma anche affermati.

L’arte è solo nei musei. FALSO

Tutte queste altre forme ci spingono a trovare l’arte anche quando questa non è esplicitamente indicata. Siamo abituati sin da bambini a pensare all’arte là dove ci viene indicata e i musei sono per noi dei veri punti di riferimento stabili ma spesso immobili. Ma perché non avere la curiosità di scoprire un grande capolavoro da centinaia di migliaia di dollari sulle bancarelle di Central Park quando questo viene venduto per poche decine di dollari come nel famoso esperimento di Banksy di qualche anno fa.

Libri interi sono stati scritti raccontando di numerose altri modi per entrare in contatto con l’arte al di fuori dei musei: pensiamo alla land art, alle performance, alla tattoo art, alla digital art o al design e nei presto approfondirò alcuni di questi temi sia sul blog che sul canale Youtube ma anche altri di cui abbiamo parlato oggi per rispondere ancora meglio a quella famosa domanda: “L’arte è solo nei musei?

Ciao, se hai suggerimenti e consigli contattami sui social. Mi trovi sempre su Instagram, Facebook e Twitter. A presto!